Archive for luglio 2009

In vacanza!!!

luglio 6, 2009

Il blog va in vacanza per qualche settimana assieme al suo unico redattore :-D.

Non ci sarà quindi un puntuale aggiornamento degli articoli ed è possibile che a datare da domani qualche eventuale commento sia pubblicato con un po’ di ritardo: me ne scuso in anticipo.

Si riprende a metà Agosto. Buona estate a tutti!!!

Per salutarvi meglio un brano ad hoc 😉

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CARLOS KLEIBER

luglio 3, 2009
Carlos Keiber

Carlos Kleiber

Scrivere di Carlos Kleiber mi mette un po’ a disagio: il rischio è di fare una sorta di esercizio grammaticale sui superlativi assoluti e relativi, finendo inesorabilmente nella banalità e nello scontato. D’altronde accantonarlo può essere un’omissione poco qualificante. Mi sforzerò di evitare, per quanto possibile, le iperboli e i panegirici, che finiscono col non esprimere nulla.

Berlino, 3 luglio 1930: Karl Ludwig Kleiber nasce da Ruth Goodrich e da Erich Kleiber. Si erano conosciuti nel 1927, quando lei lavorava all’ambasciata USA di Buenos Aires e sposati a Berlino pochi mesi dopo. Erich era Generalmusikdirector alla Staatsoper.

Erich Kleiber, terzo a sx tra Bruno Walter, Arturo Toscanini, Otto Klemperer, Wilhelm Furtwaengler, nel 1929 a Berlino. Una foto da genuflessione!

Erich Kleiber, terzo a sx tra Bruno Walter, Arturo Toscanini, Otto Klemperer, Wilhelm Furtwaengler, nel 1929 a Berlino. Una foto da genuflessione!

Erich Kleiber nel 1935 lasciò l’incarico per protesta contro il nazismo e la sua ingerenza nella vita artistica.

Erich e Carlos Kleiber a Berlino

Erich e Carlos Kleiber a Berlino

Inizia un lungo periodo di viaggi, trasferimenti da una città all’altra, di separazioni dei figli dai genitori che ebbe una notevole conseguenza su Karl e la sorella Veronica.

Carlos Kleiber e la sorella Veronica nel 1937 ad Atene

Carlos Kleiber e la sorella Veronica nel 1937 ad Atene

Nel 1940 si stabilirono nel Sudamerica e Karl divenne Carlos. Studiò in un collegio inglese in Cile. Alcuni attribuiscono a questa infanzia instabile e lontana dai genitori la timidezza, la perenne scarsa fiducia (del tutto ingiustificata) in se stesso che ne ha fatto un perfezionista assoluto. Manifestò subito notevoli doti musicali, che il padre Erich osteggiò. Quando studiava chimica al Politecnico di Zurigo, il padre gli concesse di studiare musica per un anno con la promessa di tornare alla chimica in caso di fallimento. Ci volle il 1950 perché studiasse regolarmente musica a Buenos Aires. Due anni dopo tornò in Europa e lavorò come ripetitore e assistente di scena al Gaertnerplatztheater di Monaco e nel 1954 debuttò a Potsdam in un’ operetta di Milloecker, Gasparone, con lo pseudonimo di Karl Keller. Il padre, ormai rassegnato di fronte alla volontà del figlio, gli inviò un telegramma: “Buona fortuna, caro Keller!”. Il 27 gennaio 1956 (anniversario della nascita di Mozart) moriva improvvisamente Erich. In quell’anno Carlos divenne ripetitore alla Deutsche Oper am Rhein di Duesseldorf . Dal 1958 cominciò a dirigere presso questo teatro molte opere, senza prove, come d’uso in molti teatri di repertorio (Madama Butterfly, Bohème, Traviata, Rigoletto, Rosenkavalier, Vedova allegra, L’heure espagnole….) Music director era allora il nostro Alberto Erede, di cui Carlos non perdeva neanche una prova avendo una straordinaria voglia di imparare dai colleghi. Erede ritenne che Carlos potesse affrontare nuove produzioni e gli affidò alcune produzioni di operette di Offenbach, nonché dei Contes d’Hoffmann. Gli anni passati a Duesseldorf furono fondamentali per la formazione di Carlos Kleiber. Dal 1964 al 1966 diresse a Zurigo (La sposa venduta, Don Carlos, Oberon, Falstaff e molti balletti). Aveva già sposato Stanislava Brezovar, ballerina slovena conosciuta a Duesseldorf. Dal 1966 passò a Stoccarda (Elektra, Wozzeck, Rosenkavalier, Carmen, Tristano, Freischuetz). Dal 1968 ebbe un contratto come direttore ospite all’Opera di Monaco, ma continuò a collaborare con Stoccarda. Non accettò più un contratto a tempo pieno, per evitare la routine e per porre ormai le condizioni ogni volta. Cominciò a restringere il suo repertorio concentrandosi su pochi titoli.

Carlos Kleiber agli inizi degli anni 70

Carlos Kleiber agli inizi degli anni 70

Nel 1974 diresse a Bayreuth il Tristan und Isolde che fu uno dei suoi più grandi trionfi. Il 7 dicembre 1976 inaugurò la stagione della Scala con Otello di Verdi con la regìa di Zeffirelli e Domingo, Freni, Cappuccilli nei ruoli principali. Lo spettacolo ebbe la diretta tv (la prima volta dalla Scala) e appartiene al mito. Lo spettacolo andò anche in tourné. Eccolo a Tokio nel 1981. Al posto della Freni la Tomowa-Sintow

“La risposta di Kleiber all’Otello di Furtwaengler o all’Otello di Toscanini, non è l’Otello di Kleiber ma l’Otello di Verdi” (così scrisse Il Giornale )

La collaborazione con Zeffirelli diede altri ottimi frutti come la Carmen a Vienna 1978

O la ripresa di Bohème

Leggendari rimangono tutti i “suoi” Rosenkavalier

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Kleiber diradò sempre più i suoi impegni al punto che le sue performance divennero un avvenimento. Tali furono i due Concerti di Capodanno a Vienna nel 1989 e nel 1992.

Diresse a Cagliari l’ultimo concerto nel febbraio 1999. Il Concerto prevedeva quella Settima beethoveniana che fu sempre un suo cavallo di battaglia.

Muore a Konjisica in Slovenia il 13 luglio 2004, sette mesi dopo la moglie.

Chiudo con quanto disse Placido Domingo a chi gli domandava che qualità avrebbe voluto avere come direttore dai suoi colleghi: “l’allegria di J.Levine, il modo speciale con cui Abbado indica un legato all’orchestra, l’abilità incredibile di Mehta, ma di C. Kleiber vorrei… tutto”

“Il Gran Concerto” e la OSN Rai

luglio 2, 2009
La OSN Rai all'Auditorium "Toscanini"

La OSN Rai all'Auditorium "Toscanini"

Si è registrato (o si sta forse ancora registrando) presso l’Auditorium Toscanini il nuovo ciclo de Il Gran Concerto, una trasmissione di musica classica dedicata ai bambini che vede protagonista l’OSN Rai. Le puntate dovrebbero andare in onda a partire dal prossimo 20 settembre 2009. Il ciclo dello scorso anno ebbe un successo imprevisto (almeno per gli scettici di casa Rai, che pontificano sullo scarso appeal televisivo della grande musica), tanto che è stato replicato. La trasmissione è curata da Raffaella Carrà e Sergio Japino, non è un’idea originale, in quanto deriva da un format della tv spagnola dal titolo El Concertazo. E’ una delle rare volte che in 15 anni la Rai fa tesoro della propria Orchestra Sinfonica in un programma destinato alla tv. L’altra fu l’esecuzione e registrazione audio della sigla del TG1. Non cito i concerti delle stagioni trasmessi nottetempo, sia perché sembrano inseriti nel palinsesto in modo che nessuno li veda, sia perché negli ultimi anni sono messi dalla Rai stessa in concorrenza con quelli della Scala e di S.Cecilia. La Stagione è destinata alla diffusione radio: un po’ poco, a mio modestissimo avviso, almeno al giorno d’oggi in cui il medium di riferimento, piaccia o non piaccia, è la tv. E’ proprio su di essa che bisogna puntare, secondo me, se si vuole che l’Orchestra goda di maggior salute e speranza di vita. L’esperienza della trasmissione per i bimbi dimostra che in tv si può andare oltre la semplice trasmissione del concerto. Potrebbero trovare in essa spazio le lezioni-concerto (sull’esempio di quelle di Muti vendute in edicola): trasmissioni che mi è capitato più volte di seguire sulle tv tedesche. Ho visto ad esempio una interessantissima lezione-concerto di Norrington alla SWR sul retaggio della musica bachiana dal Settecento fino al Novecento (niente di accademico, alta divulgazione con l’esecuzione di brevi estratti musicali); sulla NDR di Amburgo mi capita spesso di vedere lezioni tenute da Gerd Albrecht: ce ne sono state di interessantissime sul Trittico di Puccini, con prove e dettagliate spiegazioni musicali. A dire il vero in un’epoca in cui portavo ancora i calzoni corti, la Rai d’allora trasmise la domenica in seconda serata una serie di trasmissioni con un Bruno Bartoletti poco più che trentenne e l’Orchestra del Maggio Musicale, in cui il Maestro faceva una prova d’orchestra di un breve brano (il movimento di una sinfonia o una ouverture) che alla fine veniva eseguito per intero. La ricordo ancora, anche sono passati almeno 46 anni o più, perché fu per me di una importanza fondamentale: ignoravo che cosa avvenisse prima di un concerto. Che cosa impedisce oggi l’ideazione e la diffusione di trasmissioni simili nella tv italiana, dal momento che gli strumenti ci sarebbero e giacciono inutilizzati? Certo nessuno speaker dei tg dopo la loro diffusione potrà annunciare gongolante l’indice di ascolto che raggiungono invece programmi demenziali finalizzati all’ottundimento delle facoltà mentali degli utenti, ma una tv che dovrebbe ricordarsi di essere pubblica anche dopo che è scaduto il termine per pagare il canone non dovrebbe avere anche obiettivi più elevati? Perché la musica classica continua a essere oggetto di embargo?

Il Gran Concerto all'Auditorium Rai

Il Gran Concerto all'Auditorium Rai

…. e oggi 20 settembre puntualmente è cominciato! Formula identica a quella dello scorso anno; più disinvoltura e sicurezza da parte del conduttore e, di conseguenza, trasmissione più fluida e scorrevole. Qualcuno dovrebbe poi dire ai bimbi e ragazzi che la seguono che dopo questo stuzzichino di musica classica nella tv italiana non viene servito altro e che anche da adulti continueranno a vedere il Gran Concerto… 😦