Chi ha la possibilità di ricevere la rete francotedesca Arté non rinunci alla Folle Journée 2010 dedicata quest’anno a Chopin. Musica dalle 9:45 alle 20:30. Una autentica abboffata.
Il programma dettagliato è sul sito.
Chi ha la possibilità di ricevere la rete francotedesca Arté non rinunci alla Folle Journée 2010 dedicata quest’anno a Chopin. Musica dalle 9:45 alle 20:30. Una autentica abboffata.
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La prima cosa che colpisce di Nicola Luisotti è il sorriso cordiale e sincero, di quelli che ispirano subito fiducia, che immediatamente gli brilla in volto, poi l’atteggiamento empatico con cui si rapporta con orchestrali e solisti. Il modo di porgersi più idoneo per chi svolge la sua attività oggi. Credo che l’OSN ne sia rimasta conquistata a giudicare dalla ottima Quarta Sinfonia di Brahms eseguita nella seconda parte del programma. A mia memoria forse la migliore da me ascoltata da questa Orchestra che tale pagina ha in repertorio sin dal primo concerto della sua storia. È direttore principale dell’Opera di S.Francisco e primo direttore ospite della Tokio Symphony: un’ulteriore prova che all’estero sanno riconoscere subito i nostri bravi direttori e non se li fanno sfuggire. È al suo debutto con l’OSN e spero che la collaborazione con essa diventi una costante. Nella Quarta ha fatto emergere notevolmente la cifra cameristica del sinfonismo brahmsiano nei dialoghi curatissimi tra le varie parti dell’orchestra (ottime le prime parti, soprattutto Marco Jorino al flauto ed Enrico Maria Baroni al clarinetto). Splendida la “ciaccona” finale in cui ogni variazione trovava la sua esatta caratterizzazione. Aggiungerei anche la appassionata cantabilità degli archi, soprattutto negli interventi dei violoncelli, in cui forse è facile riconoscere il direttore italiano d’opera, sensibile alle ragioni del canto e della melodia. Davvero una performance da ricordare.
Nella prima parte l’attenzione si focalizzava sul grande Leonidas Kavakos solista del Concerto in re per violino e orchestra di Stravinskij.
È uno dei maggiori virtuosi d’oggi e conta numerosi fans nel pubblico torinese che accorrono ogni volta ad applaudirlo. Perfetta l’esecuzione e la sintonia con direttore e orchestra.
A introdurre il programma Una notte sul Monte Calvo di Musorgskij, proposto nella versione di Rimskij-Korsakov, brano che ha sostituito (ne ignoro la causa) il previsto (nella prima redazione) BWV 1043 che, a mio parere, meglio si coniugava al resto sottolineandone la legacy bachiana.
Il 25 gennaio 1817 andava in scena al Teatro Valle di Roma La Cenerentola ossia la bontà in trionfo di Gioachino Rossini, su libretto di Jacopo Ferretti.
L’Autore l’aveva musicata in tre settimane, avvalendosi della collaborazione di Luca Agolini, che compose i recitativi secchi e le arie di Alidoro e Tisbe. Prima interprete fu Geltrude Righetti Giorgi (già prima interprete del Barbiere). Accoglienza tiepida dovuta anche alle performance poco brillanti degli interpreti, che non avevano avuto tempo a sufficienza per prepararsi.
Per la ripresa al Teatro Apollo di Roma l’aria di Alidoro composta da Agolini fu sostituita con l’aria Là del cielo..., che oggi solitamente si esegue. L’opera trionfò e fu una delle più eseguite nel corso dell’Ottocento.
Ci sono modifiche al soggetto da cui è tratta: viene tolto l’elemento magico, sia perché non gradito al pubblico romano, sia perché non sentito da Rossini. La scarpetta viene sostituita con un braccialetto (uno smaniglio), perché la censura papalina vietava che le donne in scena scoprissero la gamba o anche solo il polpaccio. Questa sostituzione fu tanto criticata anche da Stendhal, rossiniano convinto, che manifestò ostilità nei confronti di quest’opera.
Ecco un’antologia con edizioni varie:
Dopo la Sinfonia (presa dall’opera La Gazzetta) la prima scena introduce la canzone di Cenerentola (Una volta c’era un re…), larmoyante, anche se subito ironizzata dalle sorellastre.
La cavatina “Miei rampolli femminini” introduce Don Magnifico, patrigno di Cenerentola e basso buffo dell’opera.
Entra Don Ramiro, travestito da paggio, ed è colpo di fulmine con Angelina:
È poi la volta di Dandini, travestito da principe, e del seguito:
Il Quintetto “Nel volto estatico” è uno dei capolavori assoluti del teatro rossiniano e non solo:
Ed ecco la famosa aria di Alidoro:
Il duetto tra Ramiro e Dandini, poi quartetto con Tisbe e Clorinda, è un vero gioiello, che incantò anche Stendhal:
Davvero vertiginoso il finale del primo atto:
La comicissima aria di Don Magnifico apre il secondo atto:
L’aria di Ramiro “Sì, ritrovarla” dà modo al tenore di esibire il suo virtuosismo canoro:
Il duetto Dandini-Don Magnifico è un vero capolavoro di comicità:
E adesso forse il momento più alto di tutta l’opera:
Ma Rossini in quest’opera non finisce mai di stupire:
Ed infine oltre al trionfo della bontà, ci sia anche con Elina Garanča anche quello della bellezza assoluta 😉
Nel 1898 veniva fondata ad Hannover la Deutsche Grammophon Gesellschaft. A fondarla fu Emile Berliner, imprenditore statunitense originario di Hannover. Ebbe così inizio la vita di quella che diverrà l’etichetta più prestigiosa della musica classica. Nel 1941 fu acquistata dal gruppo Siemens, che nel 1962 formò una joint venture con la PPI (Philips Phonografische Industrie) dando vita alla DGG/PPI Record, che diverrà nel 1972 PolyGram (il gruppo nel 1979 acquisirà anche la Decca). Attualmente il tutto fa parte della Universal Music Group, sussidiaria della francese Vivendi SA. Alla gloriosa etichetta gialla sono associati i nomi dei maggiori interpreti del classico. Per festeggiare i 111 anni (le inventano proprio tutte!) ecco varie iniziative tra cui questo maxibox con 55 CD. Una vera orgia per chi ama questo genere di pubblicazioni. Non è esagerato affermare che anni fa sarebbe stata la discoteca di una vita, oggi la si può portare a casa in solo colpo e a prezzi decisamente bassi. Clickando sul link azzurro si può osservare il contenuto del box, su cui non sto a dilungarmi. Tengo a precisare che ho scelto il sito dell’Arkivmusic solo per comodità e completezza di consultazione: non costituisce consiglio commerciale, sia perché essendo extra UE comporterebbe il pagamento dei dazi alla consegna, sia perché on line ci sono offerte di gran lunga più convenienti.