Sono già cinque anni che Marcello Viotti ci ha lasciato prematuramente il 16 febbraio del 2005 a soli 50 anni di età. Per ricordarlo la Bayerischer Rundfunk sta trasmettendo una serie di sue lezioni-concerto televisive. Ho seguito la prima, domenica scorsa, dedicata al Pélleas et Mélisande in musica e l’ho trovata del massimo interesse. Oggi alle 12 ci sarà una puntata dedicata a Ma mère l’oye. Rimando alla presentazione sul sito della Bayerischer Rundfunk. (Cliccando sui caratteri blu vi collegate direttamente)
Archive for febbraio 2010
In ricordo di Marcello Viotti
febbraio 28, 2010CHOPIN 200 ANNI
febbraio 28, 2010Domani 1 marzo è il bicentenario della nascita di Frederic Chopin. Chopin non è musicista che abbia bisogno di ricorrenze per essere ricordato o riscoperto: non c’è giorno che la sua musica non venga eseguita e amata in ogni parte del mondo. Il bicentenario è comunque lo stesso un’occasione per celebrarlo a dovere. Le istituzioni musicali stanno facendo la loro parte. Le case discografiche stanno offrendo integrali a prezzi promozionali. Le TV, soprattutto straniere, lo stanno onorando. Arté, la rete francotedesca, ha già diffuso un mese fa un’intera giornata domenicale di musiche chopiniane, domani sera la stessa rete gli dedicherà l’intera serata. Altre reti tedesche hanno per l’intero mese di febbraio trasmesso musiche di Chopin. Voglio segnalare che IRIS, la rete Mediaset gratuita del digitale terrestre, partirà da domani con un Tutto Chopin: in prima serata domani sera, poi la domenica mattina fino al 18 aprile. (Cliccando su Tutto Chopin si può leggere l’articolo e il programma). E la Rai? a quanto mi risulta è prevista una diretta radiofonica su Radiotre domani da Varsavia (lo stesso concerto che Arté trasmette in tv). E poi? Boh…. Speriamo solo che non stiano progettando una fiction come quella dedicata a Puccini…..
Ecco alcune delle iniziative discografiche:
C’è solo l’imbarazzo della scelta: i prezzi vanno dai 19 euro del box Eloquence ai 35 del box Emi. Ovviamente sui siti on line che vendono a prezzi concorrenziali.
L’ENFANT ET LES SORTILÈGES alla OSN Rai
febbraio 27, 2010Dopo la pausa di Rai Nuovamusica riprende la stagione sinfonica della OSN Rai con appuntamenti, secondo me, imperdibili. Il primo di questi è stato L’enfant et les sortilèges di Ravel in forma semiscenica (il secondo sarà l’Elias di Mendelssohn la prossima settimana e il terzo il Requiem für Mignon di Schumann fra un mesetto). Eccellente questa esecuzione della “fantasia lirica” di Ravel: uno dei vertici di tutta la Stagione. Merito di un cast vocale di prim’ordine, già in parte collaudato nella rappresentazione di quest’opera [la superlativa Marina Comparato (l’Enfant), Gabriella Sborgi (la Chatte, la Bergère, l’Ecureuil), Nicolas Testé (le Fauteuil, l’Arbre) avevano già interpretato l’opera al San Carlo di Napoli nel marzo 2008 sotto la direzione di Jeffrey Tate, che avrebbe dovuto dirigere anche questa performance torinese]. Credo sia interessante vedere parte di questa puntata di Prima della Prima, andata in onda nottetempo nel giugno del 2008, dedicata alla rappresentazione napoletana:
(pregherei la Rai di non oscurarla e l’utente youtube di non rimuoverla, visto che il web rischia di essere ormai l’unico medium di diffusione di queste trasmissioni in onda a orari impossibili)
Altri interpreti l’ottima Ewa Podles (Maman, la Tasse chinoise, la Libellule), Valentina Farcas (le Feu, la Princesse, le Rossignol), Silvia Vazquez ( la ChauveSouris, la Chouette, la Pastourelle), François Le Roux (l’Horloge, le Chat), Nathan Vale (la Théière, l’Arithmétique). A loro sono da aggiungere il Voxonus Choir diretto da Alessandro Toffolo, e i Piccoli Musici diretti da Mario Mora.
La forma semiscenica è stata risolta al meglio ed è ben riuscita anche grazie alle capacità “sceniche” degli straordinari interpreti.
Scrivevo che avrebbe dovuto dirigere Tate, ma un’improvvisa indisposizione lo ha impedito: a sostituirlo Pascal Rophé, un direttore che ha già una lunga collaborazione con l’Orchestra e che è uno specialista di questo reperorio.
L’Enfant essendo di breve durata (45 minuti scarsi) non “fa serata”, per cui è soggetto ad accoppiamenti. Se a Napoli era Barbablù di Bartók, qui a Torino è stato il Pelleas und Melisande di Schönberg, che ha occupato la prima parte della serata. Mah…, io vorrei invece che un capolavoro assoluto come questo di Ravel rimanesse single…
DON PASQUALE di Donizetti al Teatro Superga
febbraio 23, 2010La stagione lirica del Teatro Superga prosegue in crescendo. Dopo una splendida Butterfly ecco un ottimo Don Pasquale. Allestire il capolavoro donizettiano se è facile dal punto di vista scenico (interni, di cui uno fisso in tre scene), richiede però quattro interpreti di alto livello, essendo tutti personaggi principali: all’unico comprimario (il Notaio) è affidata una particina nel secondo atto. Non riuscirei ad immaginare un Don Pasquale più pertinente di quello interpretato da Ettore Nova.
Ha una lunga e prestigiosa carriera che lo ha visto sul palcoscenico dei maggiori teatri con un repertorio vastissimo. Il personaggio di Don Pasquale è uno dei più umani del teatro musicale, non bisogna assolutamente ridurlo a macchietta accentuandone la senilità con quel campionario di inflessioni nasali e di parlati, ma è opportuno metterne in luce la vena elegiaca e patetica. Ettore Nova, che ha curato benissimo anche la regìa dello spettacolo, dà la giusta interpretazione al personaggio e nel suo “È finita Don pasquale , hai bel romperti la testa..” del duetto con Norina c’è tutta la triste e rassegnata consapevolezza della presa di coscienza di fronte alla realtà delle cose (l’oscuramento della scena ne sottolinea l’elegia). Sa però essere anche pirotecnico nel vertiginoso sillabato “Aspetta, aspetta, cara sposina” accanto all’eccellente Malatesta di Sergio Bologna. Il baritono toscano è una presenza abituale al Superga di Nichelino (quest’anno è già stato Germont nella Traviata, lo scorso anno Scarpia nella Tosca) e a ogni sua performance non posso fare a meno di ammirarne la tecnica di canto e la misura interpretativa. Esemplare questo suo Malatesta sia nell’alta tessitura dell’aria di entrata, sia nella coloratura del duetto con Norina, ma alla linea di canto ferma sa unire anche un fraseggio elegante e spiritoso. Mai un eccesso o una forzatura: tutto sembra venire naturale, compreso l’acrobatico sillabato del terzo atto. Ottima anche la coppia di amorosi. Silvia Mapelli è una Norina non stereotipata, ma sfaccettata tra brio, perfidia, languore ed elegia: un personaggio completo così come lo aveva concepito Donizetti. Alla tecnica vocale unisce la bellezza e la disinvoltura scenica.
Francesco Paolo Panni ha sostituito l’indisposto Federico Lepre. Un’ottima occasione per conoscere un tenore dalla bella voce e dalla tecnica ferrata. Quella di Ernesto è parte piuttosto difficile, il tenore dopo i cantabili è costretto nelle cabalette a cantare una terza e una quarta più in alto: il tutto è stato risolto senza alcuna difficoltà. Se poi al canto virile, ma anche tenero si unisce una prestante presenza scenica si ha l’interprete ideale.
Naturalmente resta da citare il simpatico Gianluca Fasano (che abitualmente conosciamo come maestro del coro) nella breve parte del Notaio.
Vorrei fare una lode incondizionata al Coro Lirico del Piemonte, diretto dall’ottima Sonia Franzese, per i suoi interventi a dir poco perfetti nel terzo atto.
L’orchestra, formata da validissimi strumentisti locali, è presentata col nome del Teatro e, a quanto pare, tende a divenirne una istituzione. Questa volta era affidata alla esperta direzione di Aldo Salvagno, che ha risolto bene l’arduo compito di equilibrarla col palcoscenico: impresa non da poco in un teatro privo di buca.
RICCARDO CHAILLY
febbraio 20, 2010Riccardo Chailly nasce a Milano il 20 febbraio 1953. Suo padre è il compositore Luciano Chailly, che fu il suo primo maestro e “l’artefice della (sua) struttura mentale nei confronti della musica”. Ascoltando a nove anni una prova della Prima di Mahler diretta da Zubin Mehta alla Rai di Roma rimane così folgorato dall’attacco del quarto tempo da decidere di fare il direttore d’orchestra.
Il suo primo maestro di direzione fu Piero Guarino a Perugia, che si accorse del talento del giovanissimo allievo e ne parlò con Claudio Scimone che l’anno successivo (era il 1968) lo chiamò a Padova a dirigere i Solisti Veneti: fu il suo debutto. A Milano fece un tirocinio di 5 anni con Franco Caracciolo che gli diede le basi tecniche, per quelle interpretative il suo maestro fu Franco Ferrara a Siena. Chailly considera un “genio” Ferrara e si dichiara fortunato di essere stato suo allievo. Considera anche fondamentale lo studio di armonia e composizione che oltre che con suo padre fece con Bruno Bettinelli.
Il debutto operistico avviene al Nuovo di Milano nel 1972 con l’ASLICO dirigendo il Werther di Massenet, opera che sarà anche il debutto discografico nell’opera. A 20 anni diviene assistente di Claudio Abbado alla Scala. Dopo il debutto nel Teatro milanese la sua carriera sarà in costante ascesa e Chailly sarà richiesto dai principali teatri del mondo. Il suo primo incarico di prestigio sarà a Berlino presso l’Orchestra della Radio, come successore di Lorin Maazel dal 1982 al 1988, cui affianca quello di principale direttore ospite della London Philharmonic. Dal 1986 al 1993 è al Teatro Comunale di Bologna.
Nel 1985 debutta al Concertgebouw di Amsterdam e nel 1988 ne diverrà direttore principale fino al 2004. Qui avrà modo di approfondire l’interpretazione di Mahler e di Bruckner.
Dal 1999 al 2005 sarà anche primo direttore dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano.
Nel 1986 dirige per la prima volta la Gewandhausorchester di Lipsia al Festival di Salisburgo. Nel 2005 ne diverrà direttore principale. Il contratto scadrà nel 2015.
Nel 1994 è stato insignito del titolo di Grand’Ufficiale della Repubblica Italiana, nel 1996 è divenuto Membro Onorario della Royal Academy of Music di Londra, nel 1998 è Cavaliere dell’Ordine del Leone d’Olanda e nello stesso anno è Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana.