Figaro evidentemente porta bene al Teatro Superga: due stagioni fa un indimenticabile allestimento delle Nozze mozartiane, quest’anno un eccellente Barbiere rossiniano, che oltre alle ovazioni del pubblico ha avuto gli elogi dell’Assessore alla Cultura, che al termine dello spettacolo ha pubblicamente lodato gli interpreti per l’altissimo livello artistico della rappresentazione. Lodi che sottoscrivo in pieno: uno spettacolo riuscitissimo sotto tutti gli aspetti. Il merito va a tutti, nessuno escluso. Inizierei però dal regista Sandro Santillo, che già il mese scorso aveva curato l’allestimento del Rigoletto. Nelle maggiori istituzioni i registi d’opera sono oggi in primissimo piano, al punto che l’opera viene quasi attribuita a loro (si parla ormai della “Traviata di Zeffirelli”, dell'”Aida di Ronconi”, dellla “Carmen di Emma Dante”….), nelle realtà minori, il Barbiere di Siviglia è ancora di Rossini (per fortuna…) e il regista rischia di passare in secondo piano. Santillo ha dimostrato di essere un grande regista d’opera, che sa valorizzare al massimo le indicazioni del libretto e i retaggi della tradizione, che sa mantenere il giusto equilibrio nello spettacolo evitando che i cantanti si lascino prendere troppo la mano, che sa curare i movimenti dei singoli coordinandoli col tutto. Se lo spettacolo ha avuto una piena riuscita e, come ha riconosciuto l’Assessore, i cantanti sono stati degli “ottimi attori” gran parte del merito va all’ottimo regista. Quindi il direttore d’orchestra, Michele Gennarelli, che ha saputo dare il giusto suono all’orchestra, senza che questa prevaricasse sui cantanti (credo che sia la maggior lode che si possa fare a un direttore che agisce in un teatro nato non per la lirica, privo di fossa orchestrale, che parte del pubblico invoca).

Sergio Bologna nei panni di Figaro
Sergio Bologna, che avevamo applaudito appena un mese fa come Rigoletto, era Figaro. Il ruolo in cui debuttò e che ha cantato anche all’Opera di Roma con la direzione di Gelmetti. Bologna nella versatilità dei ruoli dimostra sempre la sua cifra stilistica: una tecnica di canto perfetta e una misura che lo tengono lontano da eccessi di qualunque tipo, per cui il suo Figaro è buffo, ma mai volgare o sopra le righe. Un cantante per palati esigenti e raffinati, che finisce però col conquistare tutti. Claudia Marchi era Rosina: era stata una Bouillon passionale e vendicativa nella Adriana della scorsa primavera, eccola invece adesso spiritosa e disinvolta a contrastare il suo tutore. Gran bella voce e ottima tecnica, sa affrontare i vocalizzi con la massima disinvoltura. Alejandro Escobar era Almaviva. Il tenore colombiano ha bellissima voce e non dimostra alcuna difficoltà in una parte che mette a dura prova molti interpreti. Si dice, a ragione o a torto, che un allestimento del Barbiere si giudica da Bartolo, personaggio che spesso viene travisato e ridotto a macchietta. Marco Sportelli rende giustizia al ruolo, ha bella voce e buona tecnica, sa essere comico, ma evita gli eccessi. Ha cantato la difficilissima aria con un vertiginoso e rapidissimo sillabato, senza alcuna difficoltà. Gabriele Bolletta è stato un Basilio spiritoso e divertente. Maria Russo ha impersonato efficacemente Berta. Rimane da citare il simpatico Franco Rizzo nella parte di Fiorello.

Maria Russo, Claudia Marchi, Alejandro Escobar nel finale del I atto
Ottimi i contributi del Coro Lirico del Piemonte diretto da Sonia Franzese e della Orchestra Filarmonica del Piemonte.
Questa decima stagione lirica è iniziata con due allestimenti di alto livello: ci sono da aggiungere gli encomi al Comune di Nichelino e ai suoi Amministratori.