La stagione lirica del Teatro Superga prosegue con una rappresentazione di Carmen. Una bella edizione e sono grato al regista Santillo di non aver cercato di attualizzare il capolavoro di Bizet portandolo ai nostri giorni, magari in Sicilia, forzando a tutti i costi la trama con gratuiti riferimenti alla nostra contemporaneità. Di queste operazioni sono già prodighi i grandi teatri e tanto basti. Un allestimento semplice, essenziale in ragione delle possibilità offerte dal teatro, ma efficace. D’altronde Carmen ha già tale forza drammatica che non c’è alcun bisogno di aggiungere altro, di sovraccaricare ciò che è già perfetto. L’edizione ha seguito la versione Guiraud con i recitativi cantati, edizione che ormai è abbandonata (ma non del tutto) a favore dell’edizione con i recitativi parlati. Quest’ultima però avrebbe presentato problemi esecutivi dovuti alla scarsa padronanza della lingua francese da parte dei cantanti che se non hanno difficoltà a cantarla, potrebbero averle ad esprimersi in modo efficace nei dialoghi.
Comunque lo spirito dell’opéra-comique è stato reso perfettamente dall’ottima direzione di Leonardo Quadrini, che ha evitato sia ogni magniloquenza stile grand opéra, sia ogni tentazione di facile e gratuito folklorismo, tenendo sempre l’orchestra su sonorità quasi cameristiche, tali da far percepire ogni sillaba articolata dai cantanti e dimostrando che i problemi acustici della sala non sono tanto nell’assenza della “buca” quanto nella incapacità di alcuni direttori di adeguarsi alle dimensioni e caratteristiche dello spazio sonoro in cui operano. Aggiungerei una cura quasi maniacale di adattare tempi e sonorità alle caratteristice vocali dei singoli cantati. Finalmente un direttore d’opera degno di tal nome!
Protagonista Angela Bonfitto. Una Carmen sensuale e contenuta al contempo. Non ha fatto ricorso a quel repertorio di volgari ancheggiamenti e ammiccamenti di cui fanno uso altre interpreti. Il personaggio possiede già una forza centripeta che non è il caso di caricarlo con espedienti da avanspettacolo. Bella voce che sa gestire con un’ottima tecnica di canto, senza facili effetti strappapplausi. Accanto a lei il José di Ignacio Encinas, ormai conosciuto e amato dal pubblico del Superga avendo in questa stagione interpretato tre ruoli importanti. Non delude mai: è di quei tenori che dà al pubblico tutto se stesso con generosità. Il duetto finale è stato di una grande e commovente intensità, valorizzato da un accompagnamento orchestrale magistrale: veramente due grandi interpreti. Non da meno la Micaela di Fernanda Costa, che nel 2006 era stata una emozionante Butterfly. L’aria del terzo atto è stata tra le più appladite della serata. Spavaldo ed efficace l’Escamillo di Pier Luigi Dilengite, ottimi tutti i comprimari. Una speciale menzione va al Coro Lirico del Piemonte diretto da Sonia Franzese per la parte importante e molto difficile affrontata brillantemente. Come sempre in piena forma l’ottima Orchestra Filarmonica del Piemonte che ha quest’anno collaborato costantemente col Teatro Superga. Vorrei ancora una volta ribadire quanto si stia dimostrando feconda e altamente produttiva la collaborazione stabile con gli stessi artisti e la Compagnia Latina Opera Lirica: direi che è la formula giusta.