Impossibile resistere al fascino di Sol Gabetta. La giovane violoncellista argentina di ascendenze franco-russe conquista immediatamente a prima vista e a primo ascolto. Al fascino della sua semplice e non artefatta bellezza si unisce quello del suono del suo violoncello, in cui eleganza, delicatezza, energia, virtuosismo non esibito si fondono meravigliosamente. Ecco un breve ed efficace ritratto trasmesso tempo fa dalla ZDF:
Ieri sera all’Auditorium Toscanini è stata solista del Primo Concerto op.107 di Dmitri Shostakovich, pagina che fu composta per il grande Slava, ma che sembra fatta anche su misura per la giovane Sol, che è eccelsa nell’esprimere l’umorismo del primo movimento così come la profonda e opprimente angoscia del secondo, onde poi liberarsi nel virtuosismo della cadenza e del movimento conclusivo. Agli applausi festanti del pubblico ha risposto con una coinvolgente esecuzione del Dolcissimo dal “Book” di Peteris Vasks di cui propongo un ascolto:
Se la Gabetta era la protagonista della serata essa non si esauriva in lei. Juraj Valčuha ha iniziato con il Preludio alla Chovanshchina di Musorgskij, orchestrato da Shostakovich nello stesso anno (1959) in cui compose il Concerto per violoncello e orchestra. Nella seconda parte della serata ha proposto la Suite che Stravinskij trasse nel 1945 dal suo balletto L’oiseau de feu. La più ampia e meno eseguita (e forse meno bella) delle tre.
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aprile 19, 2013 alle 16:25
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