
Antonin Dvořák all'epoca della composizione dello Stabat Mater
Se le composizioni più conosciute di Dvořák sono la Sinfonia Dal nuovo mondo, le Danze Slave e il Concerto per violoncello e orchestra, forse il suo capolavoro è lo Stabat Mater. In esso si esprime tutta l’intensa spiritualità e la profondissima fede religiosa dell’Autore. Composto dopo la morte prematura dei suoi tre figli, Dvořák trasfonde in esso un dolore profondo e composto unito alla speranza della salvezza ultraterrena. Il testo dello Stabat Mater è l’ideale per l’espressione di tali sentimenti. Opera purtroppo di non frequente esecuzione, almeno da noi (era assente dai programmi Rai di Torino da 30 anni) è stata proposta in un’ottima esecuzione affidata alla direzione di Juraj Valčuha, che quando affronta gli autori della sua terra d’origine dà il meglio di sé.

Juraj Valčuha
Per dar maggior rilievo all’evento è stato chiamato l’eccellente Coro Filarmonico Cèco di Brno diretto da Petr Fiala,

Il Coro Filarmonico Cèco di Brno
e un quartetto di solisti di fama: il soprano Sabina Cvilak (una delle più belle cantanti che oggi calcano i palcoscenici della lirica),

Sabina Cvilak
il mezzosoprano Michaela Schuster, il tenore Giuseppe Varano, il basso István Kovács.

Michaela Schuster, Giuseppe Varano, István Kovács
Bellissima esecuzione in parte rovinata (giovedì) purtroppo dall’impellente attacco plausorroico di alcuni spettatori, stanchi forse di 90 minuti di spiritualità musicale e impazienti di andar via (si dirà: quando scappa, scappa…) 😦