In concorrenza con l’integrale in corso della Mondadori esce da domani il primo DVD di un’integrale allegata a La Repubblica e a L’Espresso. Primo titolo Otello. Edizione già vista e già uscita in edicola: Muti/Vick alla Scala. Quelle che seguiranno sono già state trasmesse da Rai 5 negli ultimi due anni (tranne Nabucco, comunque già uscito in edicola anni fa). C’è, come ci fu già in passato in una collana dello stesso gruppo, una presentazione di Baricco. Ecco qualche notizia in più dal sito:
A prima vista si presenta meno allettante della collana in uscita con Mondadori, che almeno presenta in larga parte materiale per lo più inedito e non ancora trasmesso in tv. È comunque solo un mio parere.
Bella, anzi bellissima, Olga Kern fin dal suo primo apparire conquista per la sua avvenenza, ma appena inizia a sonare si rimane del tutto soggiogati dal suo virtuosismo trascendentale.
Nasce in Russia da una famiglia di musicisti che fu in relazione con Ciaikovskij e Rachmaninov, nel 2001 vince il Van Cliburn eseguendo il Terzo Concerto di Rachmaninov.
Rachmaninov rimane il suo compositore prediletto: nel 2002 in una tournée in Sud Africa eseguì i Quattro Concerti e la Rapsodia su un tema di Paganini per tre volte in sei giorni; un’impresa senza precedenti.
Olga Kern esegue il Terzo di Rachmaninov a Detroit
Il programma del recital al Conservatorio di Torino per l’Unione Musicale ha messo in piena luce il suo eccezionale talento musicale, la sua tecnica perfetta tale da farle affrontare anche pagine difficilissime con estrema disinvoltura e con un vigore che lascia stupiti.
Olga Kern
Dal Beethoven giovanile delle 10 variazioni su un’aria di Salieri WoO 73, al Carnaval di Schumann, suonato con passione e trasporto indescrivibili, all’amatissimo Rachmaninov di trePreludi dall’op.32, che non riuscirei a immaginare migliore, allo Chopin di tre Studi dall’op.25, al Liszt di due Rapsodie Ungheresi (la n.10 e la n.2). Forse in Rachmaninov e Liszt ha dato il massimo con un virtuosismo a dir poco impressionante. Alle ovazioni ha risposto generosamente con alcuni bis di Rachmaninov e Myaskovsky. Non ci si sarebbe mai stancati di applaudirla e ascoltarla, io sarei ancora lì…
Dopo Wagner, ovviamente Verdi. Ecco quindi un box con lo stesso titolo “The great operas” in cui la EMI raccoglie le principali opere verdiane. Essendo Riccardo Muti interprete da sempre legato alla casa il suo nome è una costante nella raccolta (Nabucco, Ernani, Attila, Macbeth,Traviata,Vespri Siciliani, Ballo in maschera, Forza del destino). Karajan è presente con Otello e Falstaff, Giulini con Don Carlo, Levine con Giovanna d’Arco, Pappano con Trovatore, Santini con Simon Boccanegra, Mehta con Aida, Serafin con Rigoletto. Se alcune scelte erano “scontate” mi domando perché si sia scelta l’Aida diretta da Mehta e non quella diretta da Muti o da Karajan presenti nel catalogo della casa. Anche del Trovatore si sarebbe potuto trovare di meglio (ben due edizioni dirette da Karajan!). Comunque inutile sindacare sulle scelte talora dovute a motivi commerciali. Ecco l’elenco delle edizioni, con il solito avvertimento che non è “consiglio commerciale” e la segnalazione che on line si trova anche a prezzo più conveniente:
Giovanissimi, comunicativi, informali, simpatici: Blaž Kemperle, Erik Nestler,David Brand, Alan Lužar, componenti del SignumSaxophonquartett hanno fatto ieri il loro debutto a Torino in una breve tournée italiana che li vedrà domani a Verona, dopo il successo palermitano dello scorso 22 agosto 2012. Nella tournée anche il lancio del loro primo CD :
Concerto ampio, generoso, arricchito di ben due bis. Dalla Holberg Suitedi Grieg al Quartetto Hob.III n.35 di Haydn, dall’Adagio di Barber, a una Suite da Porgy and Bessdi Gershwin alle Danze Rumenedi Bartók gli instancabili sassofonisti hanno dato un’eccellente prova del loro virtuosismo e della loro perfetta fusione ed omogeneità. Se i brani di Gershwin sono quelli dove possono esibire il loro estro, la trascrizione del Quartetto haydniano è quello dove invece risalta l’intesa e la fusione della compagine al punto da non far rimpiangere l’originale per archi: il che, almeno secondo me, è il massimo della lode che a posso fare a questa straordinaria formazione.