Con i suoi 55 anni Ivor Bolton alza un po’ la media anagrafica dei direttori che si avvicendano sul podio della OSN Rai nella stagione sinfonica in corso. Sullo stesso podio era stato protagonista nel gennaio 2011 di un memorabile Salomon di Haendel, compositore di cui è specialista. È tornato per proporre due composizioni viennesi (la Sinfonia KV 385 di Mozart e la Messa D 950 di Schubert) forse in coerenza con il suo incarico di direttore dell’Orchestra del Mozarteum di Salzburg ricoperto dal 2004, in cui ha notevolmente ampliato il suo repertorio, che affronta senza smentire una tendenza alla prassi esecutiva filologica, priva comunque degli eccessivi scrupoli in materia di altri suoi colleghi. Ha fama meritata di amante della buona tavola
e buongustaio si dimostra come interprete nell’armonizzare il gusto per la musica antica con quella più recente fino a giungere alla contemporanea. È soprattutto nel sound che si percepisce la sua consuetudine con la musica barocca e del primo Settecento, per cui sia Mozart che Schubert hanno sonorità che in parte sembrano ricordare le esecuzioni con strumenti d’epoca.
Nella Messa di Schubert fondamentale il contributo del Coro Maghini, guidato da Carlo Chiavazza.
Solisti vocali di grande prestigio: Sylvia Schwartz, Olivia Vote, Jeremy Ovenden, Hjerrild Sune, Umberto Chiummo anche se nella Messa D 950 i loro interventi sono veramente ridotti al minimo. Applausi calorosi per tutti.
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