Domani andrà in onda su Rai 5 Excelsior, il balletto con musica di Romualdo Marenco nella coreografia di Ugo Dell’Ara.
È un classico del Balletto della Scala di Milano (sarà proposto anche quest’anno a luglio) e questo trasmesso dovrebbe essere la proposta del 2012, vista la presenza di Roberto Bolle.
Questo il soggetto del Balletto:
Atto I
Siamo in Spagna mentre l’Inquisizione è al culmine della sua potenza. Il Genio delle tenebre tiene prigioniera, incatenata ai suoi piedi, una donna bellissima: è la Luce, il Progresso, il Genio dell’umanità, che angosciata si vede vinta dall’Oscurantismo. Subito gli anelli della catena si spezzano e la testa della donna s’illumina d’un accecante splendore: una volta ancora la Luce trionfa e mostra all’Oscurantismo una ben diversa scena nel regno dei Genii che con le loro opere civilizzano l’umanità.
Compaiono i simboli della Scienza,della Forza, dell’Industria, dell’Amore, della Civiltà, della Concordia, dell’Unione, della Costanza, del Valore, della Gloria, dell’Invenzione, delle Belle Arti, dell’Agricoltura, del Commercio ecc. Un grazioso villaggio sulle rive del fiume Weser, presso Brema.In una taverna l’oste e sua moglie assistono con gioia al ritorno del figlio Valentino, trionfatore d’una regata, insieme ai suoi amici. La barca vincitrice approda in mezzo alla folla esultante: Valentino e la fidanzata Fanny danzano; si beve in onore dei vincitori.
Il capo dei rematori che hanno perso la regata sfida Valentino per il giorno seguente: remeranno da soli, e Valentino perderà. Ma un uomo misterioso, sdraiato lungo la riva,sogghigna e ride di questa sfida: è l’Oscurantismo, il quale avverte gli stupefatti rematori che lungo il fiume avanza rapido uno strano battello che sembra guidato da forze infernali.
È il battello a vapore, la nuova invenzione di Denis Papin,contro la quale il Genio del male solleva i rematori che vedono minacciati i loro interessi. Il battello di Papin viene demolito dalla folla scatenata; quanto al suo sfortunato inventore, sul punto di soccombere, si afferra alle vesti della Luce che è scaturita dalle acque per soccorrerlo.
La Luce mostra i futuri prodigi della scoperta di Papin: a New York, sul mare che si stende fra due promontori collegati da un ponte sul quale passa una locomotiva, naviga, trionfante e rapido, un battello a vapore. È opera di Fulton, dovuta alla iniziativa di Papin. Ancora una volta l’Oscurantismo è vinto dal Progresso.
Nel laboratorio di Alessandro Volta, a Como. Lo scienziato è seduto, malinconico e pensoso, accanto alla pila ch’egli non riesce a perfezionare: mentre Volta dubita della riuscita della sua invenzione, l’Oscurantismo, nell’ombra, gioisce del proprio trionfo.
Ma all’improvviso Volta si alza come posseduto da una potenza sovrumana: si avvicina alla pila, vi aggiunge qualcosa, unisce i due fili elettrici: e d ecco che una scintilla illumina la scena. È la vittoria! Ma dopo che lo scienziato, al colmo della felicità, si è allontanato, il Genio delle tenebre tenta disperatamente di distruggere la miracolosa invenzione, ma invano.
Compare infatti la Luce che con gesto maestoso mostra al suo nemico gli effetti dell’elettricità. Cambiamento di scena: ora siamo nel cortile degli uffici del telegrafo a Washington. Un gran numero di telegrafisti invade il cortile: la Luce esulta e l’Oscurantismo fugge, imprecando e maledicendo tutti.
Atto II
La scena si svolge nel deserto. Una carovana di uomini, donne e bambini viene assalita da una terribile tempesta di vento: è il Simun che solleva la sabbia, trascina via uomini e animali e li sommerge nell’oscurità. La carovana e una banda di ladri che volevano saccheggiarla vengono rovesciati gli uni sugli altri, in un grande scatenamento delle forze della natura.
L’Oscurantismo erra nel deserto: è il solo a gioire di questa distruzione e rovina. Ed ecco appare la Luce che indica un punto all’orizzonte:è la via lungo la quale gli uomini possono raggiungere le loro mete senza incorrere nei pericoli del deserto. La scena di desolazione è scomparsa:un ampio canale scorre fra due rive sabbiose, sulle quali si sono raccolte, felici,tutte le genti civilizzate d’Europa.
È il canale di Suez, un altro trionfo del Progresso, un’altra vittoria della Luce sull’Oscurantismo. Uomini di ogni parte del mondo danzano e suonano, allorché scende la sera e appare la Luce in mezzo al popolo in festa. Ma il Genio delle tenebre, che non è stato ancora vinto dalle grandi scoperte, erra presso il tunnel del Moncenisio. L’ultima mina è pronta, crolla l’ultima barriera che separa i minatori italiani dai loro camerati francesi. Però non si avverte alcun rumore: gli ingegneri e gli operai temono d’essersi ingannati nell’opera di traforo e cominciano a dubitare del successo della grande impresa. All’improvviso una lontana denotazione rivela che l’opera è riuscita.
I minatori francesi,uscendo dalle brecce aperte nella roccia a gran colpi di piccone, si precipitano fra le braccia dei camerati: nella festa generale si celebra il trionfo di questo gigantesco lavoro. In mezzo alla scena si eleva maestoso il monumento eretto alla gloria del tunnel del Moncenisio e del Genio umano. L’Oscurantismo, furente, deve assistere impotente al trionfo della sua antica nemica, la Luce, che con un gesto imperioso gli mostra tutti i popoli della terra fraternamente uniti.
Per il Genio delle tenebre è la fine, ma molto resta ancora da fare per il Genio della civiltà. A un altro cenno della Luce, la terra si spalanca ai piedi dell’Oscurantismo e lo inghiotte. La serie di questi gloriosi avvenimenti termina con la grande apoteosi: nella gioia si trovano riuniti la Scienza, il Progresso, la Fraternità, l’Amore, per festeggiare il presente, e soprattutto l’avvenire. © Teatro alla Scala
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