“Zitti zitti, piano piano, non facciamo confusione; per la scala del balcone presto andiamo via di qua”… e zitti, zitti, senza fare confusione artisti e pubblico sono fuggiti per un temporale beffardo (quattro gocce, ma quel tanto da guastar la festa) che ha interrotto a pochi minuti dalla fine Il barbiere di Siviglia che il Teatro Superga di Nichelino ha allestito con encomiabile sforzo produttivo nella cornice della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Sarebbe bastato iniziare puntuali senza attardarsi con la chiacchierata introduttiva di Bruno Gambarotta, che avrei preferito vedere nel ruolo muto del Notaio per cui era previsto, per terminare in tempo. Peccato! davvero peccato, sia per la frustrazione che lasciano le cose interrotte sul più bello, sia perché il pubblico non è riuscito a tributare i meritati applausi finali al cast. Ovviamente molti applausi a scena aperta, ma avrebbero meritato la ovation finale e qualcuno anche standing. Sicuramente lei:
Olesya Chuprinova. Ci speravo, lo confesso, quando sei mesi fa la ascoltai nel ruolo di Angelina nella Cenerentola: sì, mi ero proprio detto che sarebbe stata la Rosina ideale nel Barbiere, previsto a giugno. Desiderio esaudito e conferma totale delle eccellenti qualità vocali e interpretative del giovane mezzosoprano. Voce bellissima e tecnica di canto ineccepibile: con l’augurio di una grande carriera sui palcoscenici dell’opera, la speranza di rivederla e riascoltarla presto da noi.
L’entusiasmo, comprensibile, per la Chuprinova non deve però oscurare gli altri a cominciare da Alejandro Escobar (Almaviva) già suo partner musicale nella Cenerentola. Presenza ormai abituale al Superga si conferma un tenore di notevolissime doti vocali, evidenti soprattutto nei ruoli lirici. Un ottimo Almaviva a partire dalla Cavatina (Ecco, ridente in cielo)
e dalla Canzone (Se il mio nome..).
Spassoso e impostato su un registro buffo il Figaro di Cristian Starinieri, che dopo una Cavatina con qualche piccola difficoltà dovuta forse alla situazione ambientale (erano iniziati fulmini minacciosi che promettevano nulla di rassicurante), ha messo in luce la sua verve (già evidenziata due mesi fa nel ruolo di Malatesta).
Ottimo il Bartolo di Alberto Bianchi, eccellente nel sillabato della difficilissima aria. Così anche il Basilio di Gianluca Breda che ha avuto i meritati applausi dopo la celeberrima Calunnia.
Ottimi i comprimari: la Berta di Stefania Delsanto
e il Fiorello di Lorenzo Malagola Barbieri.
Last but not least Paul Emmanuel Thomas, direttore che al Superga ha dato prove eccellenti in Donizetti e che non è stato da meno in Rossini. In gran forma l’Orchestra Filarmonica del Piemonte e l’Orchestra Ego Bianchi di Cuneo, nonché il Coro Lirico del Piemonte istruito da Sonia Franzese.
La regia di Alfonso Defilippis non ha tentato ambientazioni contemporanee o riletture fantasiose, si è mantenuta sui binari della cosiddetta tradizione, unica variante il travestimento di Almaviva in abiti femminili, che diveniva Donna Alonsa: vabbè…
Se il Temporale musicale aveva un tocco di realismo con fulmini e vento veri, la pioggia successiva ha guastato la festa sul più bello. Una beffa, se si pensa che è giunta dopo una settimana di tempo stabile e soleggiato .
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