Torino in questi giorni sta vivendo un momento mahleriano: dopo la Seconda Sinfonia al Regio ecco la Sesta Sinfonia all’Auditorium Toscanini con l’OSN Rai diretta da John Axelrod (a queste va aggiunta una trascrizione per 17 strumenti della Nona eseguita dalla Orchestra Filarmonica di Torino il 20 ottobre u.s.).

Gustav Mahler con Alma a Basilea nel 1903, anno in cui iniziò la composizione della Sesta Sinfonia
La Sesta è una delle sinfonie mahleriane più eseguite dalla OSN Rai. L’ultima performance è del maggio 2011 con Semyon Bychkov [non del febbraio 2008 (Marc Albrecht) come segnalato erroneamente dal programma di sala, che fu la precedente]. A queste vanno aggiunte almeno Vassily Sinaisky nel 2005 e Yutaka Sado nel 2002.

Mahler a Vienna nel 1904, anno in cui terminò la VI Sinfonia
Stavolta John Axelrod, che con la OSN Rai ha un rapporto collaudato e che già nel gennaio 2011 aveva diretto una applaudita Nona Sinfonia. «Mahler una sfida? Sì, la più difficile per un direttore. È l’Everest tra le montagne della musica, e non solo per le dimensioni o per la sua grandiosità. La ragione è che Mahler è stato un grande direttore e un eccellente compositore, a tal punto da esigere un’incredibile padronanza tecnica e musicale per le sue partiture, anche nel caso in cui fornisca al direttore annotazioni o indicazioni specifiche» (così dichiara in un’intervista su Sistema Musica.

Prove della Sesta Sinfonia con John Axelrod sul podio
Axelrod vanta fra i suoi maestri Leonard Bernstein: inevitabile la passione per Mahler, di cui Axelrod è divenuto acclamato interprete. «Tornando agli insegnamenti di Bernstein: io giovane studente e lui che mi faceva scoprire cosa c’era dietro le note di Mahler. Mi ha aiutato a capire in che modo comunicare il senso del suo mondo e nonostante siano ormai tanti gli anni che ho trascorso sul podio, sono sempre rimasto fedele tanto a Mahler quanto a Bernstein. Sono felice di aver potuto dirigere molte Sinfonie mahleriane con diverse orchestre italiane e, in particolare, con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Con la Sesta affronto il lato tragico dell’opera mahleriana e ne sono consapevole. Del resto, il continuo mutare dalla tonalità maggiore a quella minore, attraverso i movimenti di questa Sinfonia, è come passare dall’oscurità alla luce: il ciclo continuo della morte e della rinascita». (intervista citata).

John Axelrod dirige la Sesta di Mahler ©Più Luce
Una interpretazione caratterizzata da sonorità piuttosto corpose (un po’ troppo forse per l’Auditorium Toscanini, che dopo il rattoppo acustico è divenuta sala più idonea per complessi da camera che per orchestre mahleriane e i direttori in tal caso dovrebbero… “abbassare il volume”), da ritmi marziali e da una forte drammaticità: insomma si voleva esaltare l’aspetto apocalittico e “tragico” della partitura.

Trombe e timpani della OSN Rai durante l’esecuzione della Sesta di Mahler © Più Luce
Il momento culminante che tutti attendono….:

Uno dei colpi di martello ©Più Luce
Orchestra in forma che ha riscosso i meritati applausi al termine.

Applausi al “martellatore” © Più Luce
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Qualche riferimento alle esecuzioni della Sesta nel passato torinese, incompleto in quanto basato su miei ricordi e qualche piccola indagine.
- L’esecuzione Rai del 1972 diretta da Leif Segerstam, già citata in questo blog, è la prima cui ho assistito. Ma non era la prima alla Rai di Torino.
- Ce ne fu una nell’ottobre 1957 (ignoro se fu questa la prima) diretta da Harold Byrns inserita in un programma di notevole interesse, che testimonia l’operato intensamente culturale e, direi, ardito della Rai di allora in campo musicale. L’ho ricavato dal Radiocorriere di allora di cui riporto l’annuncio, sottolineando la completezza di informazione come d’uso allora. Inoltre riporto anche l’articolo che presenta il concerto e ne raccomando la lettura (può essere ingrandito), poiché in esso non si fa alcun cenno alla Sesta di Mahler
. Senza nulla togliere ai brani che precedono, credo che la Sinfonia fosse il pezzo forte della serata: è proprio il caso di dire che il “tempo di Mahler non era ancora venuto”
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Articolo del Radiocorriere che presenta il concerto diretto da Harold Byrns.

Pagina del Radiocorriere del 26 ottobre 1957