Il Concerto in re minore op.15 per violino e orchestra di Britten non sembra godere di frequenti esecuzioni, almeno a Torino. È in seconda esecuzione Rai, dopo la prima avvenuta nel dicembre 2004 (solista Frank Peter Zimmermann); un’altra esecuzione è stata nell’aprile 2013 con Isabelle Faust in un concerto per l’Unione Musicale in occasione del centenario della nascita dell’Autore. Non so se ci siano state altre esecuzioni (non ne ricordo). E dire che si tratta di una pagina molto bella e, credo, di sicura presa sul pubblico. Bene ha fatto la giovane violinista norvegese Vilde Frang a proporla nella sua seconda presenza presso la OSN Rai (aveva eseguito l’op.35 di Ciaikovskij nel settembre 2012). Non è affatto scoraggiata dalle notevolissime difficoltà esecutive del Concerto.

Vilde Frang esegue Britten alla OSN Rai © Più Luce
Se ne direbbe anzi sedotta. “…per me eseguirlo spesso non è ancora abbastanza: l’ho scoperto tardi e non riesco a separarmene. Mi ha catturato alla radio, per caso, suonato da un violinista che lo eseguiva con una tale intensità da lasciarmi folgorata: è come se la musica di Britten, con quell’incipit così misterioso, mi portasse su un altro pianeta, mi facesse partecipe di un linguaggio che non conosco ma di cui non posso fare a meno”. “È molto impegnativo, è vero, non solo tecnicamente. Ma per me suonare il Concerto op. 15 è una necessità: di fronte a questo, la stessa parola “insuonabile” perde completamente significato” (intervista a Sistema Musica).

Vilde Frang alla OSN Rai © Più Luce
Il Concerto fu definito “insuonabile” da alcuni contemporanei… Si direbbe che la Frang ha una passione per i concerti definiti tali, visto che anche il Concerto di Ciaikovskij proposto nel 2012 ebbe questa definizione. Ma la sua tecnica supera brillantemente ogni difficoltà.

Applausi al termine © Più Luce
La seconda parte della serata comprendeva invece un brano noto: la Sinfonia n.3 “Scozzese” di Mendelssohn. Ho una particolare predilezione per questa Sinfonia, che mi è cara anche per motivi affettivi, per cui ogni ascolto riesce a destarmi emozione. È stato così anche ieri sera grazie a una superlativa esecuzione diretta da Juraj Valčuha, che sembra voler lasciare il miglior ricordo possibile di sé al termine del suo incarico di direttore principale. Anzi, si direbbe che da quando è stato nominato il suo successore voglia dimostrare di non essergli affatto inferiore .

Juraj Valčuha dirige la Scozzese di Mendelssohn © Più Luce
E dall’ascolto di questa “Scozzese” è un po’ difficile trovare di meglio. Per altro ha avuto l’intelligenza, a mio parere, di tagliare il ritornello dell’esposizione nel primo movimento , in barba alle nuove mode che lo vorrebbero tassativo, ma in questa Sinfonia (e non solo) appesantisce inutilmente la pagina.

Esecuzione della Scozzese di Mendelssohn © Più Luce
Be’, in questa Stagione le migliori performance si sono avute con Valčuha: spiace sapere che raggiunto questo livello ci lasci per altri lidi… . Al di là dei ringraziamenti formali e delle assicurazioni che si manterranno i rapporti con lui, non si potrebbero formalizzare le intenzioni con un incarico che dia queste garanzie? o è chiedere troppo?….

Meritatissimi applausi a Valčuha e alla OSN al termine della Sinfonia © Più Luce