El amor brujo di Manuel de Falla ha compiuto cento anni, almeno nella sua forma originale di gitaneria per piccola orchestra e cantaora, quella che l’Autore compose per Pastora Imperio. In questa forma è stata proposta all’Auditorium Toscanini per la Stagione della OSN Rai. Sul podio uno specialista del repertorio, il direttore catalano Josep Pons, che questa versione aveva già inciso per l’Harmonia Mundi.
Maria Toledo, cantaora dalla voce seducente e dal fascino prorompente, è stata interprete vocale irresistibile:
«El amor brujo è scritto alla perfezione per essere cantato da una voce flamenca: consente di valorizzare i miei quejíos, il mio modo specifico di costruire il lamento. E nel personaggio di Candela posso esprimere col mio canto l’odio e l’amore, tutta la potenza passionale di noi donne!» (intervista a Sistema Musica).
Credo che in questa versione originale si tratti di una prima esecuzione Rai a Torino [non ne sono certo poiché manco di dati sicuri, ma sono quasi convinto che le precedenti fossero o la versione del 1916 per orchestra allargata e voce di mezzosoprano o la suite dal balletto del 1925, tanto è vero che la presentazione, riciclata, nel programma di sala fa riferimento a queste (ma non si poteva scrivere ex novo?!)]. Aggiungo che questa versione a mio parere è di gran lunga più bella delle successive, soprattutto se così ben eseguita.
Ma El amor brujo non era la sola attrattiva della bellissima serata, c’erano anche le Siete canciones populares españolas di de Falla orchestrate da Luciano Berio e soprattutto c’era lei:
Anita Rachvelishvili. Nel 2009, a soli 25 anni, fu una rivelazione con Carmen alla Scala, oggi è uno dei mezzosoprani più affermati e applauditi nel mondo dell’opera. Grande personalità, voce stupenda e intelligenza interpretativa: qualità emerse anche nelle brevi canciones di de Falla. «Le Siete canciones di Falla sono musica da camera che già richiede, in generale, un approccio vocale completamente diverso da quello operistico. In questo caso poi cambia anche lo stile: è indispensabile rifarsi al flamenco, usare proprio un’altra posizione della voce e un altro tipo di tecnica. Io conduco da tempo varie ricerche sulla vocalità, esplorando anche il jazz per esempio, o il tango, che porto spesso in concerto in giro per il mondo con una mia band. Qui si tratta del flamenco, che come canto mi affascina da tempo e che appena posso vado ad ascoltare dal vivo» (intervista a Sistema Musica).
Grande successo di pubblico con ovazioni al termine.
Il concerto è iniziato con le Quattro Danze dal balletto Estancia di Alberto Ginastera, magistralmente dirette da Josep Pons sul podio della OSN Rai.
Tag: Anita Rachvelishvili, Berio, de Falla, Ginastera, Josep Pons, Maria Toledo, musica, musicaclassica, OrchestraSinfonicaRai, stagioniconcertistiche
dicembre 6, 2015 alle 11:15
Anch’io riterrei che per “El Amor Brujo” si trattasse della prima esecuzione RAI a Torino della versione originale.
Essa peraltro venne eseguita all’Unione Musicale (Conservatorio) nel febbraio 2005 (“cantaora” Esperanza Fernandez, Ensemble Nuovo Contrappunto, dir.Mario Ancillotti).
Concordo pienamente sul fatto che in questa occasione riciclare vecchie note di sala riguardanti altra versione del brano fosse totalmente illogico.
Non posso fare a meno di constatare che l’affluenza di pubblico era, ancora una volta, purtroppo, del tutto inadeguata alla bontà e qualità della proposta musicale.