
Scena iniziale dell’opera © Ramella e Giannese
Come già segnalato da Pramzan, è visibile in streaming su The Opera Platform (e lo sarà per sei mesi) La bohème pucciniana che ha inaugurato la stagione del Regio di Torino. La bohème è costantemente rappresentata nel Teatro torinese e forse non si sentiva la necessità di una ulteriore proposta. Lo si è fatto per celebrare i 120 anni della prima assoluta avvenuta proprio a Torino. Vent’anni fa si celebrò il centenario e lo si fece in pompa magna con Pavarotti, la Freni e Ghiaurov, un allestimento “di tradizione” firmato Patroni Griffi e la direzione di Daniel Oren. Fu trasmesso in diretta tv (Rai 5 lo ha replicato a sorpresa – ne era annunciato un altro – e farebbe bene a riproporlo). Stavolta era giocoforza ricorrere a qualcosa di meno tradizionale e rivolgendosi al regista catalano Alex Ollé si è inevitabilmente finiti nella contemporaneità. Non c’è nulla di originale e di non visto in ciò: di Bohème ambientate al giorno d’oggi ne ho viste già quel tanto che mi basta fino alla “Bohème nel condominio” della TV Svizzera di qualche anno fa (forse tutto sommato la più convincente). A parte questa trasposizione nella banlieu dei nostri giorni poi lo spettacolo corre su binari più che tradizionali e il video evidenzia una carenza notevole di regia, i cantanti spesso sembrano abbandonati alle proprie capacità: insomma se i registi d’opera anziché ingegnarsi a fare viaggi, gratuiti, nel tempo si preoccupassero di curare la regia vera e propria sarebbe già un gran bene.

© Ramella e Giannese
A costo di sembrare retrogrado ho rimpianto l’eccellente spettacolo firmato Zeffirelli, soprattutto l’edizione scaligera di qualche anno fa diretta da Bartoletti proposta spesso da Rai 5, dove la regia dei cantanti è curata in modo meticoloso.

© Ramella e Giannese
Spesso leggo e sento dire che queste trasposizioni temporali vorrebbero rendere l’opera attuale e avvicinarla ai giovanissimi. Boh?! La prima volta che vidi La boheme fu in tv, avevo 10 anni, era lo spettacolo del Festival dei Due Mondi di Spoleto con la regia di Giancarlo Menotti e la direzione di Thomas Schippers (Mimì era Mietta Sighele, Rodolfo Lorenzo Sabatucci): spettacolo tradizionalissimo, che mi piacque infinitamente e mi commosse. I giovani di oggi che cosa hanno di diverso rispetto a quelli dell’altro ieri come me, per non essere in grado di apprezzare La bohème così come voluta da Puccini? Bisogna per forza fargli vedere Rodolfo con il netbook? Mimì deve morir di cancro? Le lattivendole devono invece essere prostitute? Mah…

© Ramella e Giannese
Qualche recensione dello spettacolo:
http://www.gbopera.it/2016/10/torino-teatro-regio-la-boheme-2/