Manca meno di una settimana al nuovo anno e al rituale appuntamento musicale con il Concerto di Capodanno per antonomasia, quello della Filarmonica di Vienna. Questa volta sul podio sarà Andris Nelsons.

Il programma:
Carl Michael Ziehrer
Ouvertüre zu “Die Landstreicher”
Josef Strauß
Liebesgrüße. Walzer, op. 56
Liechtenstein-Marsch, op. 36
Johann Strauß (Sohn)
Blumenfest-Polka. op. 111
Wo die Citronen blüh’n. Walzer, op. 364
Eduard Strauß
Knall und Fall. Polka schnell, op. 132
Franz von Suppé
Ouvertüre zu “Leichte Kavallerie“
Josef Strauß
Cupido. Polka française, op. 81
Johann Strauß (Sohn)
Seid umschlungen, Millionen. Walzer, op. 443
Eduard Strauß
Eisblume. Polka mazur, op. 55 (Arr. W. Dörner)
Josef Hellmesberger (Sohn)
Gavotte
Hans Christian Lumbye
Postillon-Galopp, op. 16/2 (Arr. W. Dörner)
Ludwig van Beethoven
Zwölf Contretänze, WoO 14 (Auswahl)
Johann Strauß (Sohn)
Freuet euch des Lebens. Walzer, op.340
Tritsch-Tratsch. Polka schnell, op. 214
Josef Strauß
Dynamiden. Walzer, op. 173

Sta facendo un po’ discutere la scelta di Nelsons di non voler far eseguire la Radetzky Marsch così come siamo abituati ad ascoltarla con relativi battimani del pubblico, in quanto è un arrangiamento di Leopold Weninger, musicista iscritto al Nsdap (il partito nazista dei lavoratori), ma di voler far eseguire la marcia così come fu composta da J. Strauss sr. In verità la marcia nella Urfassung fu già eseguita in un Concerto di Capodanno diretto da Harnoncourt, ma non come bis finale, piuttosto all’inizio del programma.

Si obietta, e giustamente, che il Concerto di Capodanno dei Wiener Philharmoniker fu istituito nel 1939 dopo l’Anschluss (12 marzo 1938) ed eseguito la prima volta il 31 dicembre 1939 dopo l’invasione della Polonia (1 settembre 1939). Sul podio dei Wiener era Clemens Krauss che dedicò il Concerto al Winterhilfswerk nazista (una sorta di soccorso invernale istituito nel 1931 e ripreso dai nazisti). Insomma le motivazioni sociali e politiche del Concerto erano ben evidenti (tra l’altro pare che Hitler amasse particolarmente la musica degli Strauss). Il primo Concerto di Capodanno eseguito il 1° gennaio ebbe luogo nel 1941 e fino al 1945 fu diretto da Krauss. Nel 1946 e 1947 la bacchetta passò a Josef Krips (Clemens Krauss era stato allontanato dagli alleati per le simpatie filonaziste) e sarà proprio Krips a introdurre come bis la Radetzky Marsch. Krauss tornerà a dirigere il concerto nel 1948 e lo dirigerà fino alla morte (1954) quindi la bacchetta passerà a Willi Boskovsky. Mi fermo qui per non farla troppo lunga.

Non voglio entrare molto nel merito della scelta di Nelsons, mi sorge però il dubbio che alla base non ci sia una forte connotazione ideologica, altrimenti avrebbe dovuto rifiutare la direzione di tutto il Concerto. Più probabile che abbia voluto far parlare e scrivere di sé (e c’è riuscito!), inoltre per beffa è riuscito a far “risorgere” un oscuro musicista come Weninger di cui forse nessuno aveva memoria.

Come la prenderà il pubblico in sala che ha pagato un occhio della testa proprio per battere le mani al ritmo della Radetzky Marsch arrangiata da Weninger? Le batterà lo stesso? Inoltre vorrei ricordare che la Radetzky Marsch fu composta in onore del Maresciallo Radetzky per celebrare la riconquista di Milano dopo i moti rivoluzionari del 1848: noi italiani dovremmo rifiutarci di ascoltarla e di battere le mani, soprattutto nella versione originale? Pensate se Riccardo Muti si fosse rifiutato di dirigerla….
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Alzi la mano chi si è accorto della differenza tra la Urfassung della Radetzky Marsch, eseguita oggi, e la versione Weninger eseguita negli altri anni. Pare che la paternità della scelta politically correct sia da attribuire all’Orchestra e non al M.° Nelsons, che forse un po’ imbarazzato ha invitato il pubblico a batter le mani alle prime note dirigendo il battimani piuttosto che l’orchestra, sicché le differenze più che altro di orchestrazione sono andate quasi del tutto perdute all’ascolto.