Archive for luglio 2021

Franz Liszt 135 years

luglio 31, 2021

135 anni fa moriva Franz Liszt: era a Bayreuth per il Festival wagneriano; si ammalò di polmonite e morì il 31 luglio 1886.

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“Les contes d’Hoffmann” di Offenbach (Milano, 1995) su Rai 5

luglio 31, 2021

Domani su Rai 5 Les contes d’Hoffmann di Offenbach in un famoso allestimento firmato Alfredo Arias e diretto da Riccardo Chailly già più volte trasmesso.

Susanne Mentzer, Neil Shicof, Samuel Ramey © Lelli & Masotti

Rai 5 vuole ricordare il tenore Oslavio Di Credico scomparso 15 anni fa a Bologna che in questo spettacolo interpreta il ruolo di Nathanael.

Neil Shicof e Nathalie Dessay © Lelli & Masotti

Sir John Barbirolli … George Szell

luglio 30, 2021

Come scrissi in altre occasioni il mese di luglio è particolarmente fatale per i direttori d’orchestra: i primi nomi che mi vengono in mente sono Otto Klemperer (6 luglio 1973), Herbert von Karajan (16 luglio 1989), Carlos Kleiber (13 luglio 2004), Lorin Maazel (13 luglio 2014). Due grandi direttori quasi coetanei ci lasciarono nel 1970 quasi lo stesso giorno (anzi secondo alcune fonti lo stesso giorno): Sir John Barbirolli il 29 luglio e George Szell il 30 luglio. La notizia della loro scomparsa apparve sui principali quotidiani anche italiani (allora facevano veramente “informazione” anche su argomenti culturali). Vorrei riportare l’articolo che La Stampa di Torino pubblicò in sesta pagina su John Barbirolli:

Londra, 29 luglio. Sir John Barbirolli, uno dei più celebri direttori d’orchestra inglesi, è morto questa mattina a Londra. Aveva settantanni, spesi in gran parte al servizio della musica, in dedizione appassionata fino all’ultimo: la scorsa notte, visibilmente sofferente, aveva lavorato alle prove della « New Philharmonia Orchestra » che doveva condurre seco fra breve in Giappone. Al giornalista dell’Evening Standard Sydney Edward che era in platea e l’aveva notato « grigio e affaticato » aveva ‘ risposto: « Questa è la mia vita: non mi son mai riposato un giorno e andrò avanti finché cado ». Giovanni Battista Barbirolli — tale il suo nome intero — era nato a Londra, da padre italiano e madre francese, « in un alloggetto della Southampton Road — amava ricordare — situato sopra una panetteria fragrante ». Suo padre, come il nonno, era stato musicista alla Scala e se ne era venuto in Inghilterra il 1894, costituendovi urna piccola orchestra che suonava al Queen’s Hotel di Leicester Square. Il figliolo studiò violoncello e si affermò precocemente nella Rovai Hall Orchestra. Nel 1916, arruolato nell’esercito, ebbe la prima occasione di dirigere una banda e, finito il conflitto, la sua notorietà di direttore cominciò a salire. Nel 1927 sostituì in un concerto della London Symphony sir Thomas Beecham. E di lì ad otto armi fu chiamato negli Stati Uniti a succedere a Toscanini nella « New York Philharmonic Orchestra ». Qui rimase fino al 1942, quando tornò in patria a risollevare le fortune della « Halle » di Manchester Sir John Barbirolli aveva toccato in questi ultimi anni l’apice delle sue capacità: ed era richiesto e accorreva nei maggiori centri musicali del mondo: da Berlino a Vienna agli Stati Uniti al Giappone. « Sono impegnato ininterrottamente già fino al 1972 », spiegò ieri sera. Nelle prove all’Auditorium di Bishopgate con la « New Philharmonia » aveva in capo un cappello scuro verdiano a larga tesa, un dono graditissimo ricevuto lo scorso anno a Roma quando aveva terminato una registrazione dell’Otello. Già tre volte di recente si era sentito male: a Monaco in aprile e a Londra in maggio, quindi di nuovo venerdì nella Saint Nicholas Chapel. Gli era stato consigliato dai medici un periodo di riposo, ma aveva risposto che non poteva permetterselo. Finite le prove a Bishopgate, poche ore prima della morte improvvisa, aveva annunciato ai cento orchestrali: « Domani cominciamo con Mahler ». Mahler era fra i suoi autori prediletti, ed egli si lagnava spesso che in Gran Bretagna non fosse sufficientemente apprezzato. ©La Stampa

Sir John Barbirolli

La notizia della morte di Szell ebbe meno spazio ma fu lo stesso pubblicata e fu data anche dai TG nazionali e dai Giornali Radio: Szell in Italia era un po’ meno conosciuto.

George Szell ©Sony Clasical

George Szell (propriamente Széll György) era nato a Budapest nel 1897 da famiglia di religione ebraica convertita al cattolicesimo che si trasferì a Vienna dove Georg (alla tedesca) si formò musicalmente studiando pianoforte con Richard Robert e stringendo amicizia con Rudolf Serkin cui rimase legato tutta la vita. Studiò anche composizione e iniziò a esibirsi come pianista in giovanissima età. Decise però di dedicarsi alla direzione d’orchestra, divenne amico di Richard Strauss, che influenzò tantissimo lo stile direttoriale di Szell. Nel 1930 debuttò negli USA con la Saint Louis Symphony. Nel 1939 all’inizio del secondo conflitto mondiale decise di stabilirsi negli USA e nel 1946 divenne cittadino statunitense. Nello stesso anno iniziò il lunghissimo sodalizio con la Cleveland Orchestra che durerà sino alla sua morte. La Cleveland con Szell divenne una della maggiori orchestre degli USA. Numerose le incisioni di Szell per la Epic Records (etichetta della Columbia Records). La Sony ha raccolto in un box di 49 CD le principali incisioni.

Addio a Giuseppe Giacomini

luglio 29, 2021

All’età di 80 anni si è spento ieri il tenore Giuseppe Giacomini. Debuttò a Vercelli in Madama Butterfly nel 1966, approdò alla Scala nel 1974 con La bohème, nel 1976 al Metropolitan di New York con La forza del destino. Dal 2000 diradò la sua attività. Voce di grande volume e di notevole estensione. Rimangono purtroppo poche incisioni tra cui Norma con la Scotto del 1979, Cavalleria rusticana con Jessye Norman del 1990, Il tabarro del 1991 con Mirella Freni. Un bel video de La forza del destino con Leontine Price dal Met del 1984.

Riccardo Muti 80 years

luglio 28, 2021

Riccardo Muti compie oggi 80 anni. Giustamente festeggiato con varie iniziative. Rai 5 trasmette stasera in prima serata il Concerto con i Wiener Philharmoniker eseguito alla Scala lo scorso 11 maggio. Domani, ma è un caso, diretta su Rai 1 alle 20:30 del concerto di chiusura del G20 con l’Orchestra Cherubini diretta da Muti.

Auguri Maestro!