
Approda finalmente domani sera alle 21:15 La Dama di picche (Pikovaja Dama) di Ciaikovski andata in scena alla Scala nel febbraio/marzo scorso e balzata agli onori della cronaca per motivi extramusicali. La prima ebbe luogo il 23 febbraio alla vigilia dell’invasione russa dell’Ucraina, sul podio Valery Gergiev che avrebbe dovuto dirigere le recite successive. Il sindaco di Milano e il sovrintendente del Teatro chiesero al Maestro una dissociazione esplicita dall’operato di Putin che non giunse. Di conseguenza Gergiev fu escluso dal Teatro e dalle recite successive dell’opera: gli subentrò Timur Zangiev, collaboratore di Gergiev che aveva già preparato l’opera essendo Gergiev indisposto. Non voglio entrare nel merito della vicenda che a suo tempo divise i melomani. La recita che vedremo è quella diretta da Zangiev (e non poteva essere altrimenti).

La regia è di Matthias Hartman. Nei ruoli principali: Najmiddin Mavlyanov (German), Asmik Grigorian (Lisa), Julia Gertseva (La Contessa), Roman Burdenko (Tomskij), Alexey Markov (Eleckij), Elena Maximova (Polina).

Lo spettacolo è da non perdere sia perché La Dama di picche è un capolavoro, sia perché, mi pare, è la prima volta che viene trasmessa da Rai 5 e forse dalla tv nostrana.

Vi segnalo una recensione:
Spero che a vederla siano stati in molti, poiché ne valeva la pena. Parte musicale eccelsa da standing ovation anche casalinga; spettacolo tutto sommato efficace che rispettava una volta tanto la drammaturgia dell’opera. Chi non l’avesse vista può recuperarla su Rai Play: non so per quanto tempo.
Tag: Ciaikovskij, La Dama di Picche
ottobre 3, 2022 alle 13:08
Anche per me questa Dama di Picche scaligera è stata una lietissima sorpresa, ad onta di diverse recensioni non proprio rassicuranti. Ho trovato eccellente in primo luogo la parte musicale. A mio avviso la direzione di Zangiev ha saputo intelligentemente valorizzare anche quel versante “pre-espressionista” che rappresenta uno degli aspetti innovativi dell’opera. I cantanti oltre che bravi hanno saputo risultare attorialmente efficaci, grazie evidentemente anche al regista. In più, si possono dire tutti felicemente dotati del “phisique du role” come non sempre succede. E, in non trascurabile aggiunta, la Grigorian è una Liza “drammaticamente” bella. La regia si mostra assolutamente rispettosa del libretto, caso di questi tempi non frequentissimo nella regia “lirica”, e mostra quindi una piena comprensione dello spirito dell’opera. Circa l’allestimento, ho trovato notevoli soprattutto le soluzioni sceniche del secondo atto , con quella coreografia sinistramente fastosa, e del terzo: di quest’ultimo, in particolare, oltre alla funerea scansione dello spazio della sala da gioco nel memorabile finale, la nebbia densa e angosciosa che sale dalla Neva nel precedente quadro della disperazione e del suicidio di Liza.
ottobre 3, 2022 alle 15:26
Ti ringrazio del commento. A leggere le recensioni sembrerebbe che siamo gli unici estimatori di quest’allestimento.