A 88 anni di età si è spento il grandissimo Jon Vickers.
A 88 anni di età si è spento il grandissimo Jon Vickers.
Helmuth Rilling e Johann Sebastian Bach sono oggi un binomio inscindibile. Il 79enne Maestro è da circa 60 anni un instancabile interprete dell’opera di J.S.Bach, un po’ una sorta di “ambasciatore” del Sommo di Eisenach, da quando fondò nel 1954 la Gächinger Kantorei cui nel 1965 si affiancò il Bach-Collegium Stuttgart fusi nel 1981 nell’Internationale Bachakademie.
Con essi siamo ai vertici dell’arte esecutiva e interpretativa bachiana: il pubblico ne è ben conscio e il sold out è assicurato, come ieri sera al Regio di Torino nellla serata conclusiva torinese del MITO 2012. Si affiancano solisti specializzati e collaudati (di solito gli stessi) come Ingeborg Danz, Julia Sophie Wagner, Lothar Odinius, ascoltati nella primavera scorsa alla Rai nella Johannes con Rilling, Markus Eiche e Klaus Häger. Aggiungere altro mi sembra superfluo, rischio di fare un esercizio sui superlativi. Non ricordo da quanto tempo conosco la Matthäus-Passion e ho perso letteralmente il conto di quante volte l’ho ascoltata, eppure l’emozione che suscita in me è sempre della massima intensità e nel momento in cui ascolto “Aber Jesus schrie abermals laut und verschied” sento ancora un brivido.
Grande orchestra e grandissimo direttore. Forse questo superlativo assoluto incontrerà la perplessità e il dissenso di molti, ma considero Esa-Pekka Salonen uno dei maggiori direttori di oggi. Tecnica perfetta, capacità di trarre dall’orchestra il massimo, equilibrio sonoro che non trova eguali, intelligenza interpretativa unita a umiltà nei confronti degli autori (insomma nessuna pretesa di facili esibizionismi e gratuite forzature). Il suo campo è soprattutto la musica contemporanea, essendo egli stesso compositore, ma non mancano gli approcci ai grandi classici, come in questo concerto torinese nell’ambito del Settembre Musica 2012, in cui è partito il ciclo beethoveniano che troverà il culmine a Bonn con l’integrale il mese prossimo.
In questi ultimi anni molti direttori si sono misurati con l’integrale beethoveniana proponendo l’intero ciclo in tempi stretti o diluito in due stagioni sinfoniche. Haitink, Thielemann, Krivine, Paavo Jarvi, Harding, Pletnev, Vanska…. i primi che mi vengono in mente fino a risalire a Zinman e al mitico Abbado di 11 anni fa. Si direbbe quasi “una moda”, rischiosissima visti i confronti che inevitabilmente suscita. Alcuni postulano un accostamento rigorosamente filologico (Zinman e Jarvi, forse i più interessanti), altri restano fedeli alla cosiddetta “tradizione” (Thielemann), altri cercano di coniugare tradizione e filologia. Salonen mi sembra rientrare in questo tipo di approccio.
Massima trasparenza orchestrale al punto di riuscire a percepire qualunque suono e nota, archi mai sovrastanti e fiati perfettamente inseriti nel tessuto orchestrale, tempi piuttosto stretti, nessuna ridondanza. Sono in fondo le caratteristiche interpretative dei direttori specializzati nella musica contemporanea (il Leibowitz dei primi anni 60 ne è un esempio irrinunciabile) portate da Salonen a un livello di assoluta eccellenza grazie a una tecnica direttoriale che ha oggi pochi rivali. In programma la Sesta e la Quarta. Quest’ultima mi è parsa più riuscita, al punto che credo sia, senza esagerazioni, la migliore da me ascoltata dal vivo: non riesco a immaginarne una più bella.
Inserita tra questi due giganti, la prima esecuzione italiana di Rivers to the Sea di Joseph Phibbs. Composizione che ha avuta la sua prima assoluta il giugno scorso e che, commissionata dalla Philharmonia, testimonia l’impegno dell’orchestra e del suo Direttore nel campo della musica contemporanea. Una bellissima pagina in quattro movimenti con Interludio che Salonen ha interpretato da par suo. Il Compositore, presente in sala, è stato giustamente oggetto di meritate ovazioni. Ovazioni al termine del concerto per Orchestra e Direttore: niente bis, ma dopo una Quarta così eccelsa qualunque pagina avrebbe fatto magra figura.
Finalmente on line il programma del Festival MiTo Settembre Musica che si svolgerà a Torino e Milano dal 5 al 23 settembre 2012. Dedicato in larga parte a Debussy, di cui ricorre il 150° della nascita.
Luis De Pablo e Kaija Saariaho i musicisti contemporanei cui sarà rivolta la maggiore attenzione.
Forse meglio passare la parola a Enzo Restagno, direttore artistico del Festival:
http://www.mitosettembremusica.it/programma/2012/edizione-2012.html
E consultare pazientemente il vastissimo programma:
http://www.mitosettembremusica.it/programma/calendario/2012-09-05.html
(Clickando sui giorni del calendario a destra in alto appariranno le manifestazioni e clickando sui luoghi di queste apparirà il programma dei singoli concerti.)