È disponibile on line il programma del futuro MITO Settembre Musica, presentato lo scorso martedì a Torino. È il secondo che vede il M° Nicola Campogrande alla direzione artistica.
Ammetto che da un primo sguardo panoramico mi era parso migliore del precedente, ma “sedendo e mirando”… sì, insomma forse era solo un’illusione ottica, dovuta probabilmente al termine di paragone:lo scorso anno i MITO firmati Enzo Restagno, quest’anno il MITO 2016.
Prosegue la scelta del filo conduttore: questa volta la natura. «Il tema di quest’anno è Natura. È una scelta che mi è parsa subito feconda – dice Nicola Campogrande – perché la musica classica è di per sé un inno alla natura; se ci si pensa, è ormai quasi l’unica che si suoni con strumenti prodotti con materiali naturali (il legno, in particolare), e perché il suo repertorio si è regolarmente ispirato ai fenomeni naturali, e continua ancora a farlo nella produzione dei compositori viventi. Così, ascoltare in centoquaranta concerti le infinite declinazioni del tema mi sembra un’esperienza particolarmente affascinante». La cosa dà subito spunto ai Sindaci di recitar l’ennesima giaculatoria ecologica.«Il tema naturalistico dell’undicesima edizione di MITO SettembreMusica ci permette di sottolineare quanto il nostro ecosistema non sia fatto solo di terra, acqua e cielo, cioè di cose che vediamo, ma consista anche di uno spazio sonoro, lo spazio del “sentire”, che è nostro compito proteggere, sviluppare e tenere vivo. Sostenendo la musica, contribuiamo alla varietà, all’armonia e all’equilibrio di questo spazio uditivo, favorendone la biodiversità, poiché convivono nel festival musica antica e moderna, musica classica e nuovi linguaggi, nel consueto spirito di un cartellone che propone solisti e grandi orchestre, gruppi da camera ed ensemble di varia conformazione».
Come lo scorso anno si tratta di un tema conduttore talmente generico che potrebbe andar bene per qualsiasi rassegna e festival, insomma secondo me una cosa inutile, che lo scorso anno venne presentata come innovazione rivoluzionaria rispetto a un passato da rottamare subito, in imitazione di un malcostume in voga in alto loco. Non avendo partecipato alla presentazione non so se quest’anno i toni si siano abbassati. Comunque credo che trovare un tema conduttore per 70 eventi (140 in due città) sia mission impossible per chiunque (anche per il Direttore Artistico di questo festival), è fattibile per un concerto, al limite per una brevissima rassegna, ma non per una manifestazione di tale dimensione, per cui si finisce inevitabilmente in una generica banalità con forzature per altro spesso evidenti. Io sono convinto che prima si faccia il cartellone e poi ci si sforzi di trovare il denominatore comune, al punto che suggerirei come gioco estivo (da fare sotto l’ombrellone) di trovare fili conduttori di tal fatta ai festival e alle stagioni concertistiche….
Anche quest’anno l’introduzione agli ascolti, si raddoppiano invece gli eventi di piazza, oltre all’Open Singing ci sarà la Nona di Beethoven. Ci saranno dieci, se non sbaglio, prime italiane: di Rautavaara, Tan Dun, Clyne, Ducros, Paulus, Korvits, McGowan, Andres, Dessner, Fairouz.
Il festival si apre con la Gustav Mahler Jugendorchester e si chiude con la Filarmonica della Scala. Il fatto che apertura e chiusura sia affidata a grandi orchestre contraddice nei fatti l’affermazione che voleva al bando i grandi complessi sinfonici (anche se la Filarmonica potrebbe esser considerata “risorsa locale” milanese).
Segnalo il link con il programma completo e ognuno potrà farsi una sua idea, da parte mia posso dire che in passato attendevo pieno di aspettative, di solito non deluse, il programma di Settembre Musica, adesso invece non sono neppur dispiaciuto che impegni personali mi impediscano di essere presente alla maggior parte degli eventi (e non è la favola della volpe e l’uva).