Archive for the ‘Stagione Teatro Superga 2012/13’ Category

WERTHER di Massenet al Teatro Superga di Nichelino (TO)

marzo 27, 2013

La Stagione lirica al Teatro Superga prosegue con un altro titolo piuttosto inconsueto, almeno nelle istituzioni minori: il Werther di Jules Massenet. Come ho già rilevato, in questa stagione la Direzione artistica del Teatro ha dimostrato un coraggio, una volontà di rinnovamento che è encomiabile, soprattutto se si considerano i tempi grigi che stiamo attraversando. Ha anche voluto affiancare una breve stagione sinfonica di cinque appuntamenti. Constatare che in Italia c’è chi crede che la Cultura sia un motore di rilancio in momenti di crisi e non lo fa con le solite parole buttate lì in campagna elettorale, ma con fatti concreti e tangibili conforta e lascia sperare in un domani migliore. Questo giusto riconoscimento all’Assessore alla Cultura, che conosce il vero significato della parola, del comune di Nichelino mi è parso più che doveroso. Dunque il Werther. Scrivo subito che si è trattato di una bellissima edizione, ottima sotto tutti gli aspetti. Il merito ovviamente va a tutti gli interpreti, ma darei il merito principale al direttore d’orchestra Stefano Giaroli, animatore e presidente della Compagnia “Fantasia in re”, che al Superga è un po’ ormai di casa.

Stefano Giaroli

Credo che questo Werther sia stato un po’ un debutto, in quanto non mi risulta che lo avessero già rappresentato. Se così è, un debutto felicissimo. Giaroli ce l’ha messa proprio tutta. Evidentemente ama questa partitura (non so dargli torto, anzi condivido pienamente con lui), ne ha dato una lettura intensa, trascinante, appassionata e nello stesso tempo ricca di quelle nuances tipicamente francesi. Ha pienamente coinvolto l’Orchestra Sinfonica dei Cantieri, che ha dato una prova maiuscola sia nell’insieme che nelle prime parti. Così anche il cast vocale. Dal protagonista Alejandro Escobar, già applaudito in precedenti produzioni, ottimo Werther, applauditissimo nel Pourquoi me réveiller, ma efficacissimo già a partire da Je ne sais si je veille ou si je rêve encore!. Non di meno la Charlotte di Giorgia Bertagni, sempre misuratissima, mai sopra le righe neppure nel bellissimo Va! laisse couler mes larmes, che spesso viene impropriamente enfatizzato. Splendido poi il magico duetto au clair de lune, delicato fin dal Il faut nous separer. Donato Di Gioia è stato un Albert contenuto ed equilibrato. La bella Elena Rossi è una Sophie deliziosa e vivace, fresca e piena di brio senza smancerie.

Alejandro Escobar, Giorgia Bertagni, Donato Di Gioia, Elena Rossi

Alejandro Escobar, Giorgia Bertagni, Donato Di Gioia, Elena Rossi

Da menzionare ancora l’efficace Borgomastro di Luca Gallo, i simpatici Giovanni Maria Palmia e Massimiliano Catellani nelle parti di Schmidt e Johann, Agnese Bertani e Luca Giorgi in quelle di Kätchen e Brühlmann e  le Voci Bianche della Corale Verdi di Parma nel ruolo dei Ragazzi. La regia di Maura Ippoliti è stato un raro esempio di sobrietà ed efficacia, di come si possa fare teatro senza stravolgere drammaturgie, ricorrere a stramberie, ma rispettando l’Autore e, diciamolo, anche il buon gusto e l’intelligenza degli spettatori. Cose tutto sommato elementari che nelle grandi istituzioni liriche hanno ormai dimenticato…

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Yefim Bronfman alla Stagione OSN Rai

marzo 23, 2013

Yefim Bronfman ©D.Acosta

Sicuramente la principale attrattiva del 16° Concerto della Stagione in corso era la presenza di Yefim Bronfman. “Fima” Bronfman, 55 anni il mese prossimo, uzbeko di nascita, israeliano di adozione, cittadino USA dal 1989 è uno dei maggiori pianisti di oggi, uno dei più richiesti e applauditi in assoluto: martedì prossimo sarà al Festival di Pasqua di Salisburgo nel V di Beethoven con Thielemann sul podio. Aveva già collaborato con la Rai nel 1997 eseguendo il II di Prokof’ev:

Adesso il Secondo Concerto op.83 di Brahms, uno dei capisaldi di tutto il repertorio concertistico.

Yefim Bronfman

Yefim Bronfman

Grandissima interpretazione, una delle più belle da me ascoltate live, anche per merito di una Orchestra in perfetta simbiosi con il Solista, grazie alle cure assidue del sempre più bravo Juraj Valčuha, che mi pare in costante e inarrestabile maturazione artistica.

“Fima” Bronfman

Niente bis. Il Concerto era nella seconda parte della serata e Bronfman, abituato a pubblici di istituzioni ben più prestigiose (absit iniura verbis) incollati alle poltrone o in standing ovation non deve aver gradito la…walking ovation di gran parte della sala: si intuiva dai gesti eloquenti che scambiava con Valčuha, che parevano dire “sono rimasti solo quelli delle prime file…”, cosicché … tutti a nanna. (mi riferisco alla serata di giovedì 21 marzo)

Yefim Bronfman

Juaraj Valčuha

Juraj Valčuha

La prima parte della serata comprendeva l’Ouverture D 644 Die Zauberharfe di Franz Schubert e la Seconda Sinfonia di Ludwig van Beethoven. Bellissime esecuzioni che evidenziano l’eccellente attività del direttore con l’Orchestra. Rimane da sperare che sia un connubio di lunga durata.

Mi si perdoni una pignoleria: il programma di sala segnala come ultima esecuzione Rai dell’Ouverture schubertiana il 13 dicembre 1968. Evidentemente fa riferimento al concerto inaugurale della Stagione 1968/69 in cui fu eseguita la Rosamunda. Solo che Mario Rossi scelse come ouverture alle musiche di scena l’ouverture da Alfonso und Estrella… Posso testimoniarlo 🙂 : era il primo concerto del mio primo abbonamento alle stagioni della orchestra Rai e … la prima volta non si scorda mai. Non so se ci siano state poi altre esecuzioni della Zauberharfe: comunque anche Klee nel dicembre 1994 introdusse con Alfonso und Estrella le musiche di scena di Rosamunda. Forse c’è la possibilità che si tratti di una prima?

 

LUISA MILLER di Verdi al Teatro Superga di Nichelino

gennaio 16, 2013
Partition Luisa Miller.jpg

Copertina della versione per canto e piano del 1849

Il Teatro Superga inizia il 2013 con un titolo verdiano: Luisa Miller. L’opera fu rappresentata per la prima volta l’8 dicembre 1849 e non ha mai goduto di grande popolarità. È, a mio giudizio, sottostimata come le altre opere (Il Corsaro, Stiffelio) che precedono di poco la grande Trilogia e liquidata come  “momento di trapasso” dal periodo giovanile alla piena maturità artistica. Poche le rappresentazioni, scarsa la discografia (la prima incisione integrale risale alla metà degli anni 60 del Novecento). La proposta del Teatro Superga è quindi molto interessante e quanto mai opportuna e dimostra una volta di più il suo impegno a favore della cultura. Un buon allestimento con un cast di cantanti già conosciuti e amati dal pubblico del Teatro. Fernanda Costa, che la scorsa stagione fu applaudita Leonora ne Il trovatore e splendida Lucia nell’opera di Donizetti, è stata una sensibile e commovente Luisa.

Fernanda Costa

Fernanda Costa

Al suo fianco, come Rodolfo, come nelle opere citate della scorsa stagione Giorgio Casciarri, che ha confermato le sue notevoli doti vocali.

Giorgio Casciarri

Giorgio Casciarri

Miller era Marzio Giossi. Il baritono bergamasco è una vecchia conoscenza del Superga e i suoi Rigoletto, Michonnet e Nabucco sono indimenticabili. Anche stavolta ha confermato la sua perfetta dizione e la sua nobiltà di fraseggio: un Miller perfetto.

Marzio Giossi

Marzio Giossi

Stefano Rinaldi, che la scorsa stagione era stato Raimondo nella Lucia di Lammermoor, era il Conte di Walter e Carlo Tallone (il Sarastro del Flauto Magico inaugurale) era Wurm. La brava Juliana Chang completava il cast nel ruolo di Federica. Una grande lode al Coro Lirico del Piemonte diretto da Sonia Franzese, che in quest’opera ha un ruolo impegnativo. L’Orchestra Filarmonica del Piemonte si conferma ogni volta ottima compagine, soprattutto se a dirigere c’è Aldo Salvagno.

Aldo Salvagno

Aldo Salvagno

Fernanda Costa nel rispondere ai calorosi applausi ha rivolto meritatissime parole di encomio al Comune di Nichelino, al suo Assessore alla cultura e alla Direzione artistica del Teatro. Lodi ed encomi da condividere pienamente.

“Il flauto magico” di Mozart apre la Stagione del Teatro Superga di Nichelino

novembre 29, 2012

Sabato 24 novembre 2012 si è inaugurata la nuova stagione di opera, balletto e operetta del Teatro Superga di Nichelino (TO). Un titolo di grande impegno: “Il flauto magico” di Mozart. Di quelli che in genere mettono in crisi i direttori artistici, sia per problemi di casting, sia perché i singspiele accanto ai brani cantati hanno le parti parlate (in tedesco). Si è giunti a soluzioni talvolta imbarazzanti, come quella proposta dal Regio sei anni fa che fece riscrivere per intero la drammaturgia a un noto scrittore italiano con risultati che mi astengo dal descrivere. Al Superga si è scelta la soluzione forse più ovvia, canto in lingua originale e parlati ridotti all’osso (un po’ come in alcune edizioni discografiche dei tempi del vinile) in italiano. Non credo fossero possibili alternative (se non quella della versione ritmica italiana per il canto, come ai vecchi tempi): ammesso che si fossero trovati cantanti di madre lingua abili a recitare in tedesco, ci sarebbe stato il problema della comprensione da parte di un pubblico che con la lingua di Goethe non ha familiarità (nel teatro non è attivo il servizio dei sopratitoli). Poiché l’azione è soprattutto concentrata nei parlati (salvo alcuni concertati e i finali), c’è un po’ il rischio di trasformare il singspiel in una sorta di oratorio laico, un po’ come veniva concepita l’opera in oggetto da Otto Klemperer, che rifiutò per la sua famosa incisione in studio l’inserimento di qualsivoglia parlato. Se faccio questa premessa è solo per lodare il coraggio e l’iniziativa del Teatro di proporre un’opera non consueta nelle realtà minori italiane, riuscendo a superare le difficoltà insite nella sua realizzazione. Risultato di buon livello, soprattutto musicale, grazie alla direzione di una specialista come Arienne Dorothea Agnoletto, direttrice d’orchestra che vanta Karl Oesterreicher e Sergiu Celibidache fra i suoi maestri. Ha saputo dare i giusti tempi all’opera, curare bene il canto, portare l’ottima Orchestra Filarmonica del Piemonte a una delle sue prove migliori.

Arienne Dorothea Agnoletto

Nel cast vocale spiccava l’Astrifiammante di Linda Kazani, già ascoltata un anno fa nel Galà verdiano con Leo Nucci. Le difficili arie sono state affrontate benissimo riscuotendo meritatissime ovazioni.

Linda Kazani

Benissimo anche Angel Pazos (Tamino) e Antonella Bertaggia (Pamina).

Angel Pazos e Antonella Bertaggia

Papageno era Claudio Ottino, una conoscenza del Teatro Superga (era stato Leporello nel Don Giovanni di fine stagione). Efficacissima performance come al solito. Sarastro aveva la profondissima voce di Carlo Tallone, Papagena era la simpaticissima Stefania Delsanto, Andrea Bianchi era Monostatos. Dispiace di non poter citare i nomi delle cantanti che interpretavano le Tre Dame, poiché non sono accreditate nel programma di sala: erano molto brave e, se mi è concesso, per una volta tutte e tre carine Bacio. Bravo anche il cantante (anonimo) che interpretava lo Sprecher e i giovani nella parte dei tre geni. Una menzione all’ottimo Coro Lirico del Piemonte guidato da Sonia Franzese.  L’allestimento aveva la regia di Angel Pazos (che interpretava Tamino) e era improntato al minimalismo scenico. Una pedana obliqua da cui si aprivano degli sportelli da cui uscivano di volta in volta i personaggi e un fondale su cui venivano  proiettate immagini spesso simboliche, il tutto con ausilio di luci.

Scena dal primo atto (Tamino, Papageno, le tre Dame)

Impianto scenico che ha permesso uno svolgimento fluido e funzionale dell’opera. Cose già viste in altri teatri dove spesso vengono caricate di chissà quali profondi e reconditi significati. Al Superga niente di tutto ciò: il pubblico ha il buon senso di capire le esigenze di palcoscenico e di bilancio e non è propenso a farsi incantare da discorsi fumosi.