Rivolgo un pensiero affettuoso al M° Massimo Marin che ieri ci ha lasciato per sempre. Nato e formatosi artisticamente a Torino ottenne nel 1975 la cattedra di violino nel Conservatorio G.Verdi dove insegnò per 37 anni: tra i suoi alunni Francesco Manara, Sergio Lamberto, Piergiorgio Rosso. È stato violino di spalla di importanti orchestre italiane e fu invitato da Claudio Abbado a collaborare con la Chamber Orchestra of Europe.
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Addio a Massimo Marin
dicembre 16, 2019Uto Ughi a Torino per l’Unione Musicale
gennaio 22, 2016
Uto Ughi
Uto Ughi ha compiuto 72 anni. Festeggiato in anticipo (con tanto di Happy Birthday) all’Auditorium Toscanini di Torino dove ha tenuto un concerto per l’Unione Musicale, che quest’anno compie 70 anni. Ughi non poteva certo mancare in questa Stagione concertistica in cui la gloriosa Istituzione musicale ha messo insieme gli interpreti più prestigiosi. Ughi avrà tenuto almeno 50 concerti in più di 40 anni di costante collaborazione. È tornato con i Filarmonici di Roma che lo seguono fedelmente con un programma di notevolissimo impegno: la Ciaccona di Tommaso Antonio Vitali, il Concerto KV519 di Mozart e il Quarto Concerto di Paganini. La Sinfonia n.49 di Haydn ha aperto la serata. Inoltre quei bis che il pubblico attende e che il Maestro concede generosamente: La ridda dei folletti di Bazzini (che è una sua costante), Oblivion di Piazzolla e, dietro insistenze del pubblico, un Tema di Paganini con Variazioni.

Uto Ughi suona Oblivion
Che dire? Uto Ughi è un mito vivente, il pubblico lo ama e il Maestro ama il suo pubblico. Altre parole sono superflue. Auguri ancora, Maestro!!!
Riccardo Chailly e David Garrett in concerto a Milano. Diretta su Rai 5
Maggio 30, 2015
David Garrett
Stasera alle 21:00 in Piazza del Duomo a Milano il Concerto per Milano della Filarmonica della Scala in occasione di Expo 2015. Dirige Riccardo Chailly. Solista David Garrett.

Riccardo Chailly
In programma:
Johannes Brahms – Academic Festival Ouverture, op. 80
Max Bruch – Concerto no. 1 in sol min. op. 26 per violino e orchestra
Gioacchino Rossini – Guglielmo Tell, Ouverture
Niccolò Paganini – Capriccio no. 24
Giuseppe Verdi – Vespri Siciliani, Ouverture
Vittorio Monti – Czardas
Diretta su Rai 5.
David Garrett alla Sinfonica Rai. Dirige Tomas Netopil
marzo 6, 2015Sold out all’Auditorium Toscanini della Rai: caso piuttosto raro, soprattutto se in programma non ci sono né il Boléro né la Rapsodie in Blue, bensì Brahms e nientemeno Bruckner. Sì, però c’era lui:
David Garrett. Basta la parola! Giovanissimi con ovazioni da stadio gremivano ordini di posti anche poco appetibili (come galleria e balconata laterali), meno giovani sono accorsi incuriositi soprattutto dopo il film su Paganini, over …. (come lo scrivente) erano compiaciuti nel ringiovanimento di una sala che generalmente al rosso delle poltrone alterna il grigio dei capelli. Potere dei media!!! Certo che David Garrett a livello mediatico ci sa fare. Un look anticonformista, che lo fa sentir vicino ai giovanissimi, il crossover in cui è specialista con incursioni nel rock, un indubbio virtuosismo e il gioco è fatto. Il suo album Rock Symphonies del 2010 è stato un vero successo e ha venduto un milione di copie.
A questo punto ci si aspetterebbe una lettura estroversa, estrosa, zeppa di effetti quando affronta pagine come il Concerto in re maggiore op.77 di Brahms proposto a Torino.
Invece Garrett lo ha eseguito in modo “castigato”, quasi pudico: non dico che eguagliava la lettura sommessa, intima di Midori dell’ultima volta in quel di OSN Rai (2013), ma non ne era neppure tanto lontano. Devo aggiungere che qualche prova in più avrebbe giovato, a mio parere: solista e orchestra non mi sono parsi in totale sintonia e l’orchestra copriva spesso il suono del violino (esecuzione di giovedì 5 marzo).
Mi aspettavo un numero maggiore di bis, dove il vero, l’autentico Garrett sarebbe emerso; invece è stato molto parco: una pagina bachiana e un breve brano virtuosistico eseguito a velocità da F1 con ovazioni da stadio alle quali l’Auditorium non è ancora abituato.
Dopo di che è scomparso e l’Orchestra ha intuito che era ora di alzarsi. In verità incombeva nella seconda parte un monumento sinfonico: la Quinta Sinfonia di Anton Bruckner e Garrett deve aver capito che di tempo non ne avanzava molto. [Non si poteva abbinare un brano di durata più breve e lasciare più spazio a Garrett dal momento che la maggior parte degli spettatori era accorsa per lui?]
Stavo quasi dimenticando il bravo Tomáš Netopil (potere dei media!!!) che ha affrontato la sinfonia col giovanile ardore dei suoi 40 anni dandone una lettura tesa, mossa, dai tempi stretti, bruciando il tutto in poco più di 65 minuti: evidentemente la velocità di Garrett lo ha contagiato. Parte del pubblico nonostante la generosità di Netopil ha gradualmente abbandonato la sala durante l’esecuzione, creando spesso disturbo a chi invece rimaneva saldo in postazione.
Ci saranno motivi molto seri per costringere chi ha necessità o desiderio di lasciare la sala a usufruire di una sola uscita facendo spesso fare un lungo giro con rumor di tacchi durante i pizzicati bruckneriani. Se invece così seri non dovessero essere, visto che le vigilantes sono in numero congruo (una per uscita) perché non fare utilizzare l’uscita più vicina senza creare eccessivi disagi? Visto l’appeal mediatico dell’evento mi sarei aspettato non dico la diretta tv, sulla cui morte ormai piango sconsolato, ma almeno una ripresa con differita: niente! Come mai si lascia perdere David Garrett, il cui feedback in termini di audience sarebbe stato notevole? rinuncio a capire .
Simone Lamsma e Marc Albrecht alla OSN Rai
gennaio 31, 2015A Torino è il momento dei virtuosi del violino: dopo Leonidas Kavakos, Renaud Capuçon (per altro in concorrenza nella stessa serata), Viktoria Mullova ecco Simone Lamsma al suo debutto alla OSN Rai.
29 anni compiuti lo scorso 5 ottobre, la Violinista olandese si sta affermando sulla scena internazionale. Al suo apparire fa subito colpo per l’innegabile bellezza della persona, ma appena suona lo Stradivari “Mlynarski” seduce con l’assoluta bellezza del suono. Cantabilità e melodia ne sono tratti peculiari e non è casuale che tra i suoi autori preferiti ci sia Elgar e tra i brani in repertorio abbia il Concerto in re maggiore op.61 di Beethoven eseguito all’Auditorium Toscanini per la Stagione della OSN Rai.
La Lamsma rende perfettamente l’estremo lirismo espressivo dell’unico concerto per violino di Beethoven e trova in Marc Albrecht sul podio un partner musicale ideale.
Applausi calorosi e meritatissimi cui ha risposto con un bis bachiano.
Un ritorno per Marc Albrecht di cui già scrissi nelle altre occasioni (chi fosse interessato a leggere clicki sul tag del suo nome). Direttore della Netherlands Philharmonic e di conseguenza della Dutch National Opera, predilige Wagner, Richard Strauss e i contemporanei. Ha completato la serata con la Prima Sinfonia in do minore op.68 di Brahms (invece della Seconda in un primo tempo programmata e a cui continuano a far riferimento i comunicati stampa dell’Orchestra).
Albrecht ne ha dato una lettura tesa, di notevole spessore fonico con ottoni e timpani in evidenza, dai tempi un po’ stretti, con il ritornello tagliato. In altre parole sembrava voler sottolineare l’ascendenza beethoveniana della composizione: la Nona, ma anche la Quinta (con cui la Prima brahmsiana condivide la tonalità di do minore e, casualmente, quasi il numero d’opus con una unità di scarto); un percorso che dai contrasti, le tensioni e drammi iniziali giunge alla conclusione luminosa e catartica.
Insomma si direbbe che per Albrecht la Prima di Brahms sia proprio la “Decima” di Beethoven, anche se con sonorità che la apparentano ai poemi sinfonici di Strauss. Si può dissentire da tale interpretazione, ma va riconosciuta la coerenza con cui il Direttore la porta a termine.
Tanto per non smentirmi:
– La Prima di Brahms in quattro mesi è stata eseguita a Torino ben tre volte. (Il famoso “coordinamento” tra istituzioni musicali…)
– Il Concerto op.61 di Beethoven lunedì sarà eseguito al Regio nella Stagione Sinfonica del Teatro (altro effetto del “coordinamento”…)
– Il Concerto di cui sopra sarà in concomitanza con due concerti di altre due istituzioni musicali torinesi (Unione Musicale e Accademia Stefano Tempia) con frustrazione e rinunce di tanti fedeli abbonanti (meno male che si “coordinano”…).
Bah…: non che le programmazioni concertistiche debbano necessariamente essere “coordinate”, ma se ci si provasse ci sarebbe sicuramente una maggiore fruibilità con benefici per tutti. Finché esistono solo nelle flatulenze verbali di qualche politico locale i risultati sono quelli attuali…