Torna Hartmut Haenchen sul podio della OSN Rai dopo due anni. Ci aveva lasciati con la Prima di Mahler e riprende con Blumine (il secondo tempo della Sinfonia, cassato dall’Autore), quasi un “..dove eravamo rimasti”. Haenchen, che Opernwelt ha scelto come “Direttore dell’anno 2017” sulla base del voto di 50 giornalisti di tutto il mondo, è uno dei migliori interpreti di Mahler e lo ha dimostrato ripetutamente.

Un momento di Blumine con Roberto Rossi (prima tromba) di spalle e Haenchen sul podio
La serata è proseguita con i Kindertotenlieder che hanno avuto Michelle Breedt voce solista. La Breedt è spesso presente a Torino: fu Brangania nel Tristano al Regio lo scorso ottobre, ma alla OSN, per rimanere in Mahler, fu solista nella Seconda Sinfonia nel 2014 e nel 2005 nel Das Lied von der Erde.

Michelle Breedt nei Kindertotenlieder alla OSN
Grande interpretazione con splendide prime parti dell’Orchestra (Carlo Romano all’oboe).

Carlo Romano solista nei Kinertotenlieder
A questo punto mi sarei, forse ingenuamente, aspettato una conclusione con la Quinta Sinfonia di Mahler, invece… si rimane in quinta, ma la Quinta Sinfonia di Ludwig van Beethoven. Un salto indietro di circa 100 anni, con tanto di “destino che bussa alla porta”.

Hartmut Haenchen dirige la Quinta di Beethoven (“il destino che bussa…”)
La Quinta è la quinta per antonomasia, la sinfonia che almeno nelle prime battute conoscono tutti, anche coloro che di classica sono digiuni impenitenti. Sicché il pubblico corre sempre numeroso e così è stato anche stavolta e con condizioni meteo più favorevoli ci sarebbe stato il sold out. Dopo Blumine applausi stiticissimi, senza neppure una chiamata (che vergogna!), un po’ meglio dopo i Kindertotenlieder, rivolti per lo più alla Breedt, ma dopo la Quinta, tripudio generale.

Orchestra e Direttore agli applausi dopo la Quinta di Beethoven