Mozart e Beethoven alla OSN Rai con Ottavio Dantone e Alessandro Milani

Ottavio Dantone e Alessandro Milani nel Concerto KV 219 ©S. Bertani

Mozart e Beethoven esercitano un fortissimo appeal e fanno registrare il tutto esaurito nei due turni del 17° concerto della Stagione della OSN Rai. Sul podio Ottavio Dantone, che da qualche anno abbiamo il privilegio di averlo come direttore ospite per due concerti a stagione (e speriamo di mantenerlo). Propone pagine del Settecento o primo Ottocento eseguite secondo la prassi filologica. Devo dire che oltre all’organino ridotto mi sarei aspettato lo schieramento “classico” della compagine con i secondi violini opposti ai primi. Il programma iniziava con l’ouverture da Le nozze di Figaro, cinque minuti di gioia pura, una pagina che conosco da almeno 70 anni ma che non mi stanco mai di ascoltare. Proseguiva col Concerto KV 219 per violino e orchestra, il più conosciuto ed eseguito dei cinque concerti di Mozart, anche se, sempre che le informazioni del programma di sala siano corrette, l’ultima esecuzione Rai a Torino risaliva al 7 dicembre 2000. Solista Alessandro Milani, spalla dell’Orchestra dal settembre 1995.

Alessandro Milani nel Concerto KV219 ©S.Bertani

Bellissima performance a lungo applaudita. Nella seconda parte della serata la Quarta Sinfonia di Beethoven, la “snella fanciulla greca fra due giganti nordici” come la definì Schumann. le peculiarità della Sinfonia (eleganza delle linee, freschezza dell’invenzione tematica, l’agilità delle struttura, come sottolinea D.Spini nel programma di sala) risaltano nella esecuzione diretta da Ottavio Dantone.

Ottavio Dantone dirige Beethoven ©S. Bertani

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Una Risposta to “Mozart e Beethoven alla OSN Rai con Ottavio Dantone e Alessandro Milani”

  1. umberto spigo Says:

    Non ho ascoltato il concerto che recensisci ma conosco altre prestazioni direttoriali di Dantone, molto valide, per esempio, nel campo della musica barocca, The Fairy queen di Purcell, registrata al Ravenna Festival 2001 e poi riversata su CD.

    Riguardo alla Quarta Sinfonia di Beethoven, trovo molto giusto citare, come hai fatto tu la bellissima definizione di Schumann: ci ricorda che la matrice “neoclassica>”, fortemente personalizzata, rimane un carattere non secondario della creatività beethoveniana, almeno nel primo decennio del XIX secolo.

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