GÜNTER WAND

Günter Wand

Il 14 febbraio 2002 moriva nei pressi di Berna Günter Wand. A 90 anni di età (era nato a Elberfeld il 7 gennaio 1912) scompariva un direttore un po’ “anacronistico” per la sua indifferenza (se non ostilità) nei confronti dello star sistem, per la sua umiltà totale nei confronti della musica. Il suo idolo e modello era Otto Klemperer e aveva un’ammirazione sconfinata per Toscanini. Quel che apprezzava in entrambi era la estrema fedeltà testuale alla musica. Wand affermava che il lavoro della sua vita era stato quello di annullare l’ “ego del direttore” e che il suo traguardo era quello di fare una musica in cui l’interpretazione non  fosse percettibile. La sua carriera si era svolta soprattutto a Colonia, dove aveva compiuto gli studi musicali. Nel dopoguerra fu incaricato di ricostituire la vita musicale della città tedesca e divenendo Generalmusikdirektor della Gürzenich-Orchester (orchestra che suona anche all’Opera di Colonia) fu a capo dell’attività musicale della città per più decenni (lasciò l’incarico nel 1974, gli succedette Yuri Ahronovich). Non fu attivo in campo discografico, se si eccettua un famoso disco Decca in cui figurava al fianco di Wilhelm Backhaus nel Concerto in la di Schumann, fino agli anni 70, per cui il suo nome era praticamente sconosciuto al di fuori dei confini tedeschi. Iniziò con l’incidere le integrali schubertiane e bruckneriane con la WDR Orchester di Colonia. Quando nel 1982 divenne direttore della NDR Orchester di Amburgo fu la volta delle integrali  beethoveniane e brahmsiane. Fu nel corso degli anni 80 e grazie alla BMG (che aveva acquisito la RCA) che si scoprì con estrema sorpresa la grandezza di questo direttore ormai settantenne. Preferiva lavorare con le orchestre radiofoniche in quanto gli permettevano un congruo numero di prove, requisito da lui ritenuto fondamentale. Non amava lavorare invece con le orchestre superstar, poichè gli concedevano solo due o tre prove. “Il problema con le Perfektionsorchester è che, sebbene siano in grado di eseguire le note senza errori e con un virtuosismo tremendo, spesso interpretano automaticamente le loro parti e si perde completamente lo spirito della musica. Nella durata di poche prove non si ha il tempo di scoprire l’esperienza artistica che sta alla base della musica, lo sfondo naturale, filosofico, estetico e umano. Il virtuosismo non è sufficiente” (intervista di H.Canning su CDClassica, a.IV n. 28). Il suo autore prediletto fu Bruckner con cui quasi si identificava. Non diresse mai Mahler. “Non ho mai diretto Mahler, né lo farò. La sua musica è troppo intima e personale e io non posso intromettermi nei pensieri privati di un altro uomo fino a questo punto. Personalmente ritengo che l’attuale culto di Mahler sia una reazione alla condanna di cui fu oggetto al tempo del nazismo. Se non fosse stato per Hitler, penso che Mahler sarebbe considerato, in realtà, come un compositore assai minore” (intervista citata). Se nei primi decenni di attività diresse la musica di autori contemporanei, successivamente la abbandonò. Citava a questo proposito la battuta di Klemperer: “Ora son vecchio, devo dirigere solo buona musica”.

Un esempio bruckneriano del 1990:

uno schubertiano del 1995:

e uno brahmsiano del 1997:

 

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