Stasera alle 21:15 su Rai 5 sarà trasmessa La bohème di Puccini nell’allestimento in scena al Teatro Comunale di Bologna con la regia di Graham Vick e la direzione di Michele Mariotti.
Nicola Alaimo, Andrea V. Bonsignore, Francesco Demuro ed Evgeny Stavinsky in una scena ©R.Casaluci
Lo spettacolo ha riscosso entusiastici consensi di critica:
http://www.operaclick.com/recensioni/teatrale/bologna-teatro-comunale-la-boh%C3%A8me-2
Francesco Demuro e Mariangela Sicilia nel terzo atto ©R.Casaluci
Il cast comprende: Francesco Demuro, Mariangela Sicilia, Nicola Alaimo, Hasmik Torosyan, Andrea Vincenso Bonsignore, Evgeny Stavinsky, Bruno Lazzaretti.
Scena del secondo atto ©R.Casaluci
Da non perdere.
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Un vero capolavoro di regia e di esecuzione musicale. La regia di Graham Vick era curatissima e dovrebbe essere un esempio di che cosa è una vera “regia” d’opera, in cui ogni gesto, ogni movimento dei cantanti è curato nei minimi particolari. Conferma la mia convinzione che la contrapposizione non è tra regie cosiddette “innovative” (a cui questa di Vick appartiene) e cosiddette “tradizionali”, ma tra buone regie e cattive, insomma tra grandi registi (sono, a mio parere, pochissimi in entrambi i fronti) e ciarlatani (il numero è infinito) che spacciano patacche per letture “rivoluzionarie” o si adagiano in pigre rivisitazioni del già proposto. Alla regia di Vick si affianca una splendida direzione di Mariotti e un cast perfetto di giovani cantanti che veramente fanno sì che un’opera che si conosce battuta per battuta sembri quasi nuova all’ascolto e alla visione. Uno spettacolo da conoscere. Chi non l’avesse visto non si faccia sfuggire le repliche (sabato e domenica) o la proposta su RaiPlay.
Tag: Graham Vick, La Bohème, Michele Mariotti, Puccini
Wanderer's Blog 
dicembre 21, 2019 alle 13:47
Sono una vecchia signora che ha visto la Boheme a teatro almeno venti volte e oramai la conosco a memoria. Questa esecuzione mi è piaciuta abbastanza per quanto riguarda i cantanti e la direzione, ma esprimo sempre la mia perplessità per quanto riguarda l’abitudine,ormai consolidata, di vestire gli interpreti con abiti attuali.
Probabilmente molti ascoltatori non conoscono il libretto, ma per me ascoltare Mimì che parla di “una cuffietta tutta pizzi rosa e ricamata”e vedere comparire un berrettaccio di lana di quelli che si indossano sui campi da sci è come ricevere un pugno nello stomaco. Questo è solo uno dei numerosi momenti di divario tra quello che si canta e quello che si vede, L’unica opera che per ora è sfuggita a questa rivisitazione è Andrea Chenier, forse perché è un po’ difficile spostare la rivoluzione francese in una epoca diversa.Mi rendo conto che in questo modo il costo dello spettacolo si riduce, ma in particolare per la Boheme basterebbe poco. I controlli dei soldati al terzo atto pongono l’opera intorno al 1848. Ricordo anche che in una edizione della “Cavalleria Rusticana” da Salisburgo è spuntato fuori un bambino ,presumibilmnte figlio di Turiddu e Santuzza. Non aggiungo altro. Buon Natale
dicembre 21, 2019 alle 23:26
La ringrazio del commento. Anch’io preferisco gli allestimenti che rispettano le indicazioni del libretto.