Boris Khaikin

Boris Khaikin

Per rimanere in area russa, anzi bolshoiana (il che giunge a proposito, dal momento che Venerdì 28 ottobre il Bolshoi riaprirà i battenti dopo il restauro) un breve ricordo di colui che per ben 24 anni ne fu direttore principale: Boris Khaikin. Nato a Minsk il 26 Ottobre 1904, studiò al Conservatorio di Mosca con Nikolai Malko e Konstantin Seradzhev. Il primo ingaggio fu al Teatro Stanislavskij e Nemirovich-Danchenko di Mosca dove fu influenzato dall’attività del grande Stanislavskij e dall’utilizzo nell’opera del suo metodo di recitazione. Fu per Khaikin un’esperienza fondamentale per la sua maturazione artistica. Nel 1936 Khaikin subentrò a Samul Samosud alla direzione del Teatro Maly di Leningrado dove rimase fino al 1943. Fu in questi anni un grande sostenitore e promotore della musica sovietica, dirigendo alcune prime assolute, fra cui il Colas Breugnon di Kabalevskij. Nel 1943 la nomina al teatro Kirov dove continuò l’attività iniziata al Maly, dirigendovi anche alcune prime tra cui “La storia di un vero uomo” di Prokof’ev, “La famiglia Taras” di Kabalevskij. Infine nel 1954 la nomina al Teatro Bolshoi di Mosca ove rimase fino alla sua morte avvenuta nel maggio 1978.

Il Bolshoi negli anni 20 del secolo scorso ©Topical Press Agency/Getty Images

In questo periodo ebbero luogo le sue realizzazione maggiori, molte delle quali immortalate dai dischi Melodyia. Tra queste da citare l’Evghenij Onegin del 1955 con la Vishnevskaya.

Come scrive Elvio Giudici: “Una direzione teatralissima nel raccontare una vicenda, che delinea ambienti e personaggi con una precisione di contorni e una moltitudine di sfumature espressive affascinanti. E poi una direzione che… non ha paura di sentimentalizzare troppo Ciakovskij attraverso una profusione di rubati, di colori ora tenui, ora sgargianti… riuscendo però a conservare una assoluta quadratura musicale che è la base dell’unitaria e continua tensione narrativa” 

Un capolavoro anche la direzione della Kovanshchina di Musorgskij, nella versione orchestrata da Rimskij Korsakov.

Sempre secondo Giudici: “la somma delle esperienze di una vita…. Una direzione maestosa, distesa su tempi larghi ma mai statici, potentemente drammatica, col misto di violenza quasi selvaggia e di enfasi declamatoria” 

Foto storica del palco del Bolshoi nel 1962, con Kruscev e Breznev ©AP Photo/M

Khaikin, memore degli insegnamenti di Stanislavskij riusciva a ottenere un perfetto equilibrio tra situazione drammatica generale e caratterizzazione individuale con una piena realizzazione di ogni momento dello spettacolo. Khaikin insegnò direzione d’orchestra nei Conservatori di Leningrado e di Mosca, tra i suoi allievi Kirill Kondrashin e Mark Ermler.

Adesso qualche ascolto:

-iniziando dall’Onegin già citato

– a titolo di curiosità questa scena da “La Traviata” cantata in russo dalla Vishnevskaya e Atlantov

– Sempre con la Vishnevskaya l’arioso di Liza dal I atto della Pikovaja Dama

-In conclusione questo Boris Godunov (che i volenterosi possono vedere integralmente, oscuramenti permettendo) del 1977, estrema testimonianza di Khaikin, che vi appare stanco e malato, pochi mesi prima della morte. Per curiosità, fu trasmesso in diretta dalla Rai in un’epoca precedente il peccato originale, quando ancora la Rai non era stata tentata dal biscione mediaset e gli utenti potevano godere di proposte culturali e musicali come questa.

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