Prosegue la Stagione lirica al Teatro Superga con La Cenerentola di Rossini. Una bella produzione della compagnia “Fantasia in re” di Reggio Emilia che avevamo già visto al Superga nel marzo 2010 con altro cast vocale. Allestimento molto tradizionale sia nella regia che nelle scene e costumi. D’altronde qui non si vuole stupire nessuno con riletture ardite, le sorprese però possono giungere dal versante musicale. E la vera sorpresa c’è stata, eccome!!! Eccola:
Olesya Chuprinova, mezzosoprano russo, vincitrice nel 2000 del primo premio al Concorso di Canto Ciaikovskij e nel 2002 del Concorso internazionale di Ekaterinburg, da alcuni anni si sta gradualmente affermando sulle scene liriche. Semplicemente strepitosa nel ruolo di Angelina: voce bellissima, tecnica di canto perfetta, dizione curatissima senza alcuna inflessione, vocalizzi affrontati senza alcuna difficoltà e in modo virtuosistico. Un “Non più mesta” finale tale da fare impallidire le sue colleghe ormai affermatissime e contese da tutti i teatri. Il tutto per altro senza alcuna posa divistica, ma con una semplicità e un pudore disarmanti. Se a ciò si aggiunge la notevole bellezza abbiamo la protagonista perfetta de La Cenerentola. Senza esagerazione, se dovessi indicare oggi la protagonista ideale dell’opera in oggetto non avrei dubbi su Olesya Chuprinova.
Non è stato invece una sorpresa il bravissimo Alejandro Escobar nel ruolo di Ramiro. È spesso presente sul palcoscenico del Superga e lo ricordo bene come splendido Werther lo scorso anno. In perfetto stato di grazia è stato un Principe Ramiro da antologia, già dalla prima sortita “Tutto e deserto…” e nel duetto successivo con Angelina, fino all’aria “Sì, ritrovarla io giuro” che ha suscitato meritatissimi applausi a scena aperta.
Conosciuto dal pubblico del Teatro anche Donato Di Gioia che fu un efficace protagonista del Don Giovanni di Mozart nel maggio 2012. Stavolta un simpaticissimo Dandini, mai sopra le righe.
La parte di Don Magnifico era affidata a uno specialista del genere buffo come Romano Franceschetto, che è stato all’altezza del suo ruolo. Peccato che come nel 2010 sia stata tagliata anche stavolta l’aria con coro della cantina “Noi don Magnifico…”, forse per esigenze di scena, perché in questa avrebbe fatto sicuramente faville. È stato godibilissimo in “Miei rampolli femminini” e nell’aria d’apertura del secondo atto “Sia qualunque delle figlie…”, nonché nel duetto con Dandini.
Daniele Cusari era Alidoro e ha affrontato con onore la difficilissima aria del I atto, suscitando meritati applausi.
Le due sorellastre erano interpretate da Livia Farnese e Letizia Sperzaga che si sono dimostrate perfette nei due ruoli.
Perché uno spettacolo d’opera funzioni ci vuole una buona regia e tale è stata quella di Pierluigi Cassano, che ha saputo valorizzare in pieno le qualità sceniche dei singoli cantanti. E soprattutto ci vuole un buon direttore d’orchestra. Leonardo Catalanotto è direttore di grande esperienza che ha collaborato con direttori come Zubin Mehta, Lorin Maazel, Lòpez Cobos ricevendone grandi attestati di stima. Averlo a Nichelino, dove aveva già diretto Tosca, è stato un privilegio. E una Cenerentola così ben curata nel canto è anche merito suo.

Leonardo Catalanotto
Ottima come sempre l’Orchestra Cantieri d’Arte, così il Coro Lirico del Piemonte diretto da Sonia Franzese.
Calorosi applausi finali a uno spettacolo riuscitissimo. Li avrei voluti ancora più intensi e da standing ovation: una Cenerentola così non è la regola neppure in teatri blasonati con VIP e tanto di parterre du roi. Li aggiungo virtuali con un grazie a tutti gli artisti che l’hanno realizzata.
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