Ci fu un tempo in cui l’opera in forma di concerto era consuetudine presso le orchestre della Rai. Soprattutto a Roma, ma anche a Torino. I diversamente giovani come me forse ricordano ancora “La donna del lago” o “Norma” con la Caballé, ma anche “La forza del destino” con Bergonzi, Cappuccilli e Ligabue… Altri tempi? sì. Altra Rai? certamente. Sciolte tre orchestre e tre cori, inizialmente anche nell’unica orchestra rimasta si produsse qualcosa: proprio con Pelléas et Mélisande iniziò il cammino della OSN cui seguì dopo due settimane Fidelio. Ci fu il Ring diretto da Inbal, Die Frau ohne Schatten diretta da Sinopoli, Der Rosenkavalier diretto da Petrenko, i Maestri Cantori diretti da Tate… poi poco o nulla, tranne opere brevi e atti unici. La causa: economica, probabilmente (la produzione di un’opera ha un costo superiore rispetto a un concerto con brani di repertorio), ma forse c’è anche un diverso modo di fruire l’opera che rende l’esecuzione in forma di concerto ormai superata e insoddisfacente. L’attenzione attualmente si focalizza sulle regie piuttosto che sui cantanti e i direttori, al punto che si parla dell’Aida di Stein che ha soppiantato alla Scala l’Aida di Zeffirelli. È giunta quindi un po’ a sorpresa questa esecuzione di Les pêcheurs de perles di Georges Bizet. L’opera di Bizet in questo ultimo decennio gode di una discreta diffusione anche in Italia: nel 2004 a Venezia (anche in DVD), nel 2008 a Trieste in uno spettacolo con la regia di Sparvoli che fu ripreso in altri teatri (Verona, Napoli, Parma, Modena), a Salerno nel 2012. A Parma lo spettacolo è andato in scena un anno fa e proprio il Coro del Regio di Parma (diretto da Martino Faggiani) è stato scritturato per questa esecuzione Rai.
Come forse si sa l’opéra-lyrique Les pêcheurs de perles dopo 18 rappresentazioni successive alla prima assoluta finì nell’oblio, per rinascere in traduzione italiana di Zanardini, con finale alterato. Per l’edizione originaria si dovrà attendere il 1974, quando fu ripristinata a cura di Arthur Hammond. In questa versione oggi è conosciuta e rappresentata.
Rimase stabilmente in repertorio la celeberrima aria del tenore nel I atto (Je crois entendre encore) nella traduzione italiana cavallo di battaglia di Enrico Caruso, Beniamino Gigli, Tito Schipa, Ferruccio Tagliavini (chi ha visto Match Point di Woody Allen forse la ricorderà nella colonna sonora). Anche l’aria del soprano nel II atto (Siccome un dì nella versione italiana) fu spesso oggetto di attenzione e talvolta si ascoltava anche il successivo duetto Nadir-Léïla. L’opera ha notevoli motivi di interesse soprattutto nell’esotismo che attraversa l’intera partitura e che precorre l’Art Nouveau e l’impressionismo musicale. Non mancano le belle pagine oltre a quelle rimaste celebri. In più il tema della forte amicizia virile tra i protagonisti (superiore all’amore tra Nadir e Léïla) e il finale aperto sono fortemente anticipatori del nostro tempo. [Per la trama e altre considerazioni rimando al programma di sala]:
Un cast vocale notevole composto da giovani già affermati: il tenore Paolo Fanale è stato un ottimo Nadir e ha riscosso un meritato applauso al termine dell’aria del I atto; il soprano Rosa Feola ha ben interpretato il ruolo di Léïla;
Luca Grassi era già stato Zurga a Venezia nel 2004 e ha confermato la sua bravura sia nei duetti con Nadir e con Léïla che nell’aria L’orage s’est calmé;
ottimo il basso Luca Tittoto nel ruolo di Nourabad.
Sul podio Ryan McAdams, giovanissimo direttore statunitense (33 anni il prossimo 16 marzo) che avevamo già visto in Rai a dirigere il Mozart e Salieri di Rimskij Korsakov nel 2011. Ha diretto con grande slancio e vigore, con una concertazione curata nei minimi dettagli. Una eccellente prova.
Valore aggiunto della serata la proiezione di immagini tratte dalle illustrazioni dei romanzi in gran parte salgariani ambientati in quel mondo esotico, inventato di sana pianta, evocato dall’opera. C’era l’intenzione di surrogare con esse alla mancanza di azione scenica.
Peccato però che non ci fosse traccia di libretto né nel programma di sala, ove in genere è sempre stato incluso, né in sopratitoli come ormai in uso nei teatri e nelle istituzioni musicali. Si supponeva forse che gli spettatori conoscessero a memoria un’opera che nonostante una recente discreta fortuna è comunque ancora sconosciuta ai più? o si è trattato semplicemente di una dimenticanza? È triste verificare che dopo un lodevolissimo sforzo produttivo (anche una conferenza introduttiva pomeridiana) si scivoli poi su una banale “buccia di banana”… C’è stata la ripresa tv e sarà trasmessa il prossimo 23 aprile su Rai 5 (si spera con i sottotitoli).
Applausi calorosi e meritatissimi a Solisti, Direttore, Orchestra e Coro da parte di un pubblico meno numeroso del solito. Possibile concorrenza della prima al Regio?
Tag: Bizet, classica, Les Pecheurs de perles, Luca Grassi, Luca Tittoto, music, musica, musicaclassica, opera, operalirica, OrchestraSinfonicaRai, Paolo Fanale, Rosa Feola, Ryan McAdams
marzo 13, 2015 alle 20:08
Ho rotto anch’io una consuetudine: quella di riferire solo di opere eseguite in forma scenica, ma mi ha spinto a farlo la felice sorpresa del giovane interprete di Nadir. http://operaincasa.com/2015/03/13/les-pecheurs-de-perles-2/
marzo 13, 2015 alle 23:33
L’opera in forma di concerto ha senso solo con la presenza di grandi voci: stavolta c’erano, nonostante la giovanissima età, e c’era anche un ottimo direttore.
Tra l’altro lo spettacolo di Pizzi al Malibran di Venezia era in fondo “opera in forma di concerto con costumi e sfondo scenico” e il tenore lasciava molto a desiderare.
marzo 14, 2015 alle 10:38
Un mio amico (che è un addetto ai lavori) ha domandato ad un “personaggio RAI” la ragione del’assenza del libretto e questi ha risposto che il libretto sarebbe costato molto…in diritti.
marzo 14, 2015 alle 10:52
Era ciò che sospettavo, ma non osavo scrivere
aprile 23, 2015 alle 08:50
[…] https://musicofilia.wordpress.com/2015/03/13/les-pecheurs-de-perles-di-bizet-alla-osn-rai/ […]
luglio 22, 2017 alle 17:50
[…] https://musicofilia.wordpress.com/2015/03/13/les-pecheurs-de-perles-di-bizet-alla-osn-rai/ […]
marzo 30, 2019 alle 10:31
[…] https://musicofilia.wordpress.com/2015/03/13/les-pecheurs-de-perles-di-bizet-alla-osn-rai/ […]
marzo 31, 2019 alle 19:50
Domenica 31 marzo 2019 Zurga non era Luca Grassi ma Vincenzo Taormina, chiamato – credo – all’ultimo momento tanto che non aveva il frac come gli altri ma un vestito scuro senza cravatta.
marzo 31, 2019 alle 22:36
La ripresa tv fu della esecuzione del venerdì sera in cui l’interprete fu sostituito:ne ignoro la causa.
ottobre 14, 2019 alle 16:54
[…] https://musicofilia.wordpress.com/2015/03/13/les-pecheurs-de-perles-di-bizet-alla-osn-rai/ […]