Secondo appuntamento di musica classica al Pala Olimpico Isozaki con due capolavori della prima metà del Novecento: Le Sacre du Printemps di Igor Stravinsky e i Carmina Burana di Carl Orff. Pagine ultrapopolari, la seconda in particolare è uno dei brani di maggiore appeal di tutto il repertorio classico, insieme col Boléro di Ravel e alla Nona di Beethoven. C’era quindi da scommettere che prima o poi sarebbe stato eseguito al Pala Olimpico. Un vero trionfo e meritatissimo.
Sul palco la Sudwestdeutsche Philharmonie di Costanza, una delle tante gemme di cui è ricchissima la Germania, e, per la pagina di Orff, il Coro dei Bamberger Symphoniker. Sul podio il giovane Vassilis Christopoulos, direttore principale dell’Orchestra. Nato a Monaco da famiglia greca, studi musicali ad Atene e a Monaco, divide la sua attività tra Grecia e Germania. Decisamente un ottimo direttore che ha dato delle due pagine un’interpretazione equilibrata, senza mai cadere nella trappola di eccedere in effetti di dubbio gusto.
Ne è sortita una delle migliori performance dei Carmina Burana, merito anche di tre solisti di canto eccezionali: il baritono Daniel Schmutzhard, il tenore Hans Werner Bunz (godibilissimo in Olim lacus colueram) e la sensualissima Marisol Montalvo (ineguagliabile in In trutina e in Dulcissime). Meritatissimo successo e richieste insistenti di bis, purtroppo non andate a buon fine: forse replicare O Fortuna dev’esser sembrato cosa scontata e tutto sommato superflua.
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