Se le composizioni più conosciute di Dvořák sono la Sinfonia Dal nuovo mondo, le Danze Slave e il Concerto per violoncello e orchestra, forse il suo capolavoro è lo Stabat Mater. In esso si esprime tutta l’intensa spiritualità e la profondissima fede religiosa dell’Autore. Composto dopo la morte prematura dei suoi tre figli, Dvořák trasfonde in esso un dolore profondo e composto unito alla speranza della salvezza ultraterrena. Il testo dello Stabat Mater è l’ideale per l’espressione di tali sentimenti. Opera purtroppo di non frequente esecuzione, almeno da noi (era assente dai programmi Rai di Torino da 30 anni) è stata proposta in un’ottima esecuzione affidata alla direzione di Juraj Valčuha, che quando affronta gli autori della sua terra d’origine dà il meglio di sé.
Per dar maggior rilievo all’evento è stato chiamato l’eccellente Coro Filarmonico Cèco di Brno diretto da Petr Fiala,
e un quartetto di solisti di fama: il soprano Sabina Cvilak (una delle più belle cantanti che oggi calcano i palcoscenici della lirica),
il mezzosoprano Michaela Schuster, il tenore Giuseppe Varano, il basso István Kovács.
Bellissima esecuzione in parte rovinata (giovedì) purtroppo dall’impellente attacco plausorroico di alcuni spettatori, stanchi forse di 90 minuti di spiritualità musicale e impazienti di andar via (si dirà: quando scappa, scappa…) 😦
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gennaio 28, 2012 alle 12:07
Visto ieri sera, forse il migliore della stagione fino ad ora; un vero peccato che la sala fosse quasi vuota.
gennaio 28, 2012 alle 18:54
Tra l’altro ieri, venerdì, il pubblico non è partito subito con l’applauso, ma ha atteso che il Direttore, abassando le braccia, desse il segnale che l’esecuzione era finita. Non è la prima volta che ciò accade con Valcuha emi sembra un segno di partecipazione e maturità.