LA CENERENTOLA di Rossini secondo Andermann, Verdone, Gelmetti e Raiuno

Premetto che non ho alcuna ostilità preconcetta nei confronti di queste produzioni che nascerebbero con l’ambizione di dare un linguaggio televisivo all’opera lirica. Io resto però convinto che la diretta tv della rappresentazione lirica in un teatro d’opera sia il miglior modo possibile di portare l’opera in televisione, con l’emozione in diretta di chi vi assiste in teatro e in quel momento. Queste produzioni invece (potranno menarcela all’infinito col fatto che siano miracoli tecnologici, che tutto sia in diretta, che l’orchestra è in un sito mentre i cantanti in un altro ecc.) di fatto poi non differiscono dai filmopera e tali rimangono una volta finito “il miracolo”, anche se la tecnica d’esecuzione  è totalmente diversa. Insomma nessuna emozione in chi assiste (sicuramente tanta, tantissima in chi vi opera, ma non si percepisce). In 20 anni quattro megaproduzioni Rai in questo campo, tutte con la firma di Andrea Andermann. Le ho seguite tutte e in diretta, compresa la levataccia del terzo atto di Tosca. Tosca fu la prima e secondo me la più riuscita. Questa tanto attesa, per i rumors quinquennali, Cenerentola è l’ultima. L’idea di ambientare a Torino l’opera di Rossini tanto originale poi non è: un filmopera  in b/n che ha gli stessi miei anni e che fu il mio primo approccio in età infantile con quest’opera fu girato in parte a Stupinigi e Palazzo Reale

http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=24190&film=CENERENTOLA

Mi sembra impossibile che fosse sconosciuto ad Andermann, che invece afferma di avere avuto l’illuminazione cinque anni fa dall’allora Assessore alla cultura di Torino. Comunque poco importa. Torino finisce con l’essere di fatto la protagonista di questa Cenerentola. L’aver voluto dare una connotazione fiabesca a quello che di fatto è un dramma giocoso, a mio modesto parere, non funziona. D’altronde la scelta di Carlo Verdone, regista di commedie, indirizzava altrove. Non capisco invece questa forzatura in virtù della quale si sono eliminati non solo i recitativi, ma soprattutto l’aria di Don Magnifico che apre il secondo atto e il duetto Dandini-Don Magnifico che sono le pagine in cui la comicità rossiniana raggiunge il top in quest’opera. Rossini e Ferretti avevano tolto volontariamente l’elemento fiabesco, sia perché poco gradito forse al pubblico romano della prima, sia perché estraneo alla ispirazione del Compositore. Qui invece lo si inserisce con animazioni, molto belle d’accordo, arricchite da didascalie (i due inserti cimiteriali nella sinfonia dall’opera forse li avrei evitati…): il tutto ricorda un po’ le fiction che Raiuno propina al suo pubblico fedele. Era quello che temevo e non a torto. D’altronde proprio su Raiuno lo scorso autunno fu trasmessa una “Cenerentola” di grande successo.

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-7aa659e0-a329-4203-949f-e1a781c3838f.html#p=0

e forse lo svarione lessicale “favola” nel titolo ha avuto origine proprio da lì. Si direbbe quasi che l’opera volesse rifarsi a quella fiction…

Cenerentola giunge al ballo

“Reinventare una storia di Cenerentola, un po’ diversa dal libretto di Ferretti, potrà sembrare un’operazione audace. …. Potrà sembrare un’operazione illegittima, addirittura arbitraria. Ma non lo è, così come non lo sono alcuni inserimenti musicali lievi, come tutta l’operazione. Prima di tutto alcuni ‘autoimprestiti’ (pratica usata dallo stesso Rossini, anche nella Cenerentola), alcuni piccoli tagli, degli adattamenti alla storia con qualche spostamento di brani musicali, e la rinuncia a gran parte dei recitativi. Non importa giustificarsi con l’alibi che non sono dello stesso Rossini: se peccato è, peccato rimane. Ma non lo è, perché il taglio cinematografico li rende superflui. Lo stesso Rossini aveva accettato degli inserimenti del noto Angolini (sic), più invasivi dei nostri che sono sempre di pugno di Rossini.” Ho lasciato la parola a Gianluigi Gelmetti che risponde anche al perché si sia prestato a questo tipo di operazione. “..ci credo, mi diverte, mi stuzzica. Dalla sua apparente arbitrarietà, attraverso una rivisitazione affatto impertinente che nell’assurdo dei nuovi mezzi trova la sua coerenza formale ed etica, Rossini ne esce… forse quasi distillato”. 

Carlo Lepore come Don Magnifico

Philip Gosset sostiene che Ferretti e Rossini furono costretti a togliere elementi fiabeschi e magici per “rispetto alla delicatezza del gusto romano” (parole di Ferretti). Gosset si domanda se ci si deve sentir legati agli stessi vincoli ovvero rappresentarla in “una forma che si avvicini alla sua storia originale, rispettando la musica di Rossini, ma utilizzando in modo più libero i contributi di Agolini?… Pronto a rispondere a questa domanda è il progetto di Andermann. Il testo musicale si baserà esclusivamente sulle composizioni di Rossini, evitando quelle di Agolini… Anche se un approccio di questo tipo potrebbe sembrare non adatto al teatro, il cinema ci permette una soluzione in cui si potrebbe sostituire al recitativo secco di Agolini le immagini. Come conseguenza, ovviamente, alcuni versi di Ferretti andranno persi, ma il film compenserà questa mancanza verso il pubblico con magici effetti visivi. Infatti unendo personaggi animati da attori reali sarebbe possibile ritrovare gli elementi sovrannaturali creati da Perrault.”

Ramiro e Cenerentola danzano

Ho citato i due eminenti rossiniani che hanno dato il loro fondamentale contributo a questa operazione per onestà e rispetto. In modo sommesso mi permetto di non essere d’accordo. Tagliare brani composti da Agolini può andar bene, ma tagliare i brani composti da Rossini assolutamente no. Tagliare i recitativi secchi era prassi in uso nella registrazione dei primissimi vinili (anni 50), basta ascoltarli per verificare quanto venga alterato l’equilibrio dell’opera che perde vis teatrale. Ferretti e Rossini saranno pure stati costretti dai gusti del pubblico del Teatro Valle, però La Cenerentola fu composta così e non fu composta per il pubblico televisivo di Raiuno e, a mio modestissimo avviso, certe cose vanno rispettate, altrimenti tanto vale commissionare un’opera a un moderno compositore. Che le immagini abbiano poi sopperito ai tagli effettuati ai recitativi e a parti intere dell’opera proprio non credo, mi domando che cosa possano aver capito coloro che non la conoscono bene, soprattutto nell’ultima parte veloce, sbrigativa, piena di ellissi.

Duetto del I atto

Tutto negativo? be’ no. Il cast è stato scelto con molta pertinenza e molta attenzione all’aspetto scenico, d’altronde si doveva far cinema. Lena Belkina rende molto bene il suo personaggio.

Lena Belkina come Angelina

Così Edgardo Rocha è un perfetto Ramiro e Simone Alberghini si conferma un ottimo Dandini.

Simone Alberghini e Edgardo Rocha

Superlative Annunziata Vestri e Anna Kasyan perfette sorellastre.

Annunziata Vestri e Anna Kasyan

Lorenzo Regazzo è un autorevole Alidoro.

Lorenzo Regazzo

Carlo Lepore un efficace e credibile Don Magnifico.

Carlo Lepore nei panni di Don Magnifico

Splendide le location e buona la fotografia di Ennio Guarnieri.

Rimangono da lodare, musicalmente, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e il Coro Maghini. L’Orchestra ha raccolto encomi e riconoscimenti in questa occasione. Finalmente qualcuno si accorge che è un’orchestra eccellente e degna di competere con formazioni europee più blasonate. Speriamo che se ne accorgano anche alla Rai….

Tornando alla fictionopera: complessivamente una delusione, un’occasione davvero sprecata di fare una bella Cenerentola. Peccato!

Lorenzo Regazzo (Alidoro)

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35 Risposte to “LA CENERENTOLA di Rossini secondo Andermann, Verdone, Gelmetti e Raiuno”

  1. giovannijarre Says:

    dal punto di vista musicale un ottimo cast (e un’ottima orchestra…). Peccato per le scelte registiche che dei personaggi, soprattutto delle sorelle e di Ramiro, hanno fatto figure esasperate al limite del grottesco. Tuttavia, seppure con numerose pecche, l’operazione mi sembra riuscita: la qualità non si calcola certo con lo share, ma quando ci capiterà ancora di avere l’Orchestra RAI in diretta televisiva in prima serata?

  2. Roberto Mastrosimone Says:

    Io spero che l’avremo presto. Dal tuo commento mi accorgo di non averla citata nel post. Me ne scuso e cercherò di rimediare subito.

  3. La Cenerentola di Rossini rivista da Andrea Andermann su RAI1. « Di tanti pulpiti. Says:

    […] Recensione Cenerentola di Andermann (perché non era certo quella di Rossini). […]

  4. Marco Says:

    L’ “opera formato-Andermann” si è dimostrata un’iniziativa nel complesso felice. Tuttavia questa Cenerentola, pur pregevole per certi aspetti musicali – così come efficacemente recensito nel Suo post – si è rivelata debole nella trasposizione drammaturgica ad uso televisivo (forse anche perché, quella trasmessa, è pur sempre un’opera e non una fiaba).
    So che, ormai, criticare il Servizio Pubblico radiotelevisivo sembra essere diventato quasi uno sport nazionale… Eppure, come non notare l’assenza di qualsiasi introduzione all’opera!? Se lo chiede soprattutto lo spettatore digiuno di musica, il quale avrebbe sicuramente apprezzato due parole di commento iniziale (simili a quelle che ebbe a pronunciare il compianto Paolo Frajese in occasione della “Traviata a Paris” il cui primo atto, come si ricorderà, fu trasmesso su Rai1 in diretta nel giungno del 2000 per un ascolto, allora, superiore ai 5 milioni!).
    Infine, mi associo ai complimenti all’Orchestra Sinfonica della Rai il cui livello è costantemente progredito nel tempo. Alle orchestre radiofoniche tedesche, o a quella di Radio France, vengono annualmente offerte significative “vetrine” per importanti esibizioni (penso ai Proms della BBC, dove le orchestre italiane – Santa Cecilia a parte – hanno sempre latitato). A quando dunque una trasferta londinese dell’Orchestra Rai?

    Grazie per il Suo blog, sempre ricco di utili indicazioni e competenti osservazioni.

  5. Roberto Mastrosimone Says:

    Grazie a Lei per il bel commento.

  6. ninfo Says:

    ..oltretutto trovo assolutamente inutile e dispersivo spezzettare il tutto in due orari la prima sera e concluderla la sera dopo…ben diverso il risultato dalla famosa Tosca molto meglio riuscita…

  7. Roberto Mastrosimone Says:

    La Tosca era proprio “negli orari di Tosca” come recitava il titolo di lancio (a parte un leggero posticipo del terzo atto) e la cosa aveva una ragion d’essere. Smembrare le altre opere ha avuto un po’ meno senso. Forse funziona in termini di audience, certo è uno scempio dal punto di vista operistico.

  8. Pierre Levi Says:

    A me è sembrato una bellissima iniziativa televisiva anche se, conoscendo benissima l’opera, dava l’impressione di un lungo “trailer” per invitare le persone a digiuno di arte lirica di andare a vedere le opere rossiniane dall’inizio alla fine e senza tagli; effettivamente il taglio del famoso duetto “Un segreto d’importanza” è stata, a mio avviso un errore perche senza di lui, non si capisce perché il principe torna principe!!
    Grazie comunque a Andrea Anderman, a Carlo Verdone, a Gianluigi Gelmetti e alla bravissima costumista, senza dimenticare tutti i collaboratori e i cantanti!
    Pierre

  9. marco Says:

    bellissima per uno che non ama le opere peccato che non ho visto il finale grazie alla scelta assurda dell’orario

  10. giancarlo Says:

    in un’epoca in cui in nome della continuità drammaturgica i teatri riducono al minimo gli intervalli crearli apposta con il mezzo televisivo mi sembra un’assurdità, vedere un’opera in tre tempi diversi risulta un freno e non un invito alla divulgazione.Quanto ai tagli deprecabili che rendono poco comprensibile la vicenda meglio non commentare,il pubblico conosce la favola di Perrault ma Cenerentola di Rossini è un’altra cosa :niente scarpetta ma lo “smaniglio”;ma chissà cosa avrà capito il pubblico dei non addetti
    e chissà se saranno invogliati ad assistere a teatro a una vera Cenerentola di Rossini. Giancarlo

  11. Roberto Mastrosimone Says:

    Temo che abbiano capito veramente poco.

  12. mozart2006 Says:

    Una delle manie odierne che io trovo assolutamente perniciosa é quella di voler “democratizzare” l’ arte a tutti i costi. Per i sostenitori di questa filosofia, una forma di espressione artistica come l’ opera troverebbe il suo limite nell’ essere eccessivamente elitaria,e necessiterebbe pertanto di iniziative atte a portarla a livello delle masse che non la capiscono. Non sto qui a ricordare come il melodramma sia sempre stato, in particolare dall’ Ottocento in poi, l’ autentica musica del popolo, forse l’ unica espressione della musica d’ arte ad avere queste caratteristiche, come del resto scrisse a suo tempo Antonio Gramsci. Ma tant’ é, e nella mente di coloro che hanno l’ intenzione di popolarizzare e divulgare nascono operazioni come queste, che proseguono in quel filone aperto negli anni Novanta dai concerti dei Tre Tenori e che intenderebbero portare il teatro lirico a livello dei concerti rock, con tutto il rispetto che io ho per una forma musicale che ha una sua intrinseca validitá. Purtroppo, come dice Canio nei Pagliacci, “il teatro e la vita non son la stessa cosa”. Operazioni del genere non hanno nulla di culturale. Cultura non vuol dire questo: significa scuole per tutti, libri per tutti, teatri per tutti.
    L’ opera ha delle convenzioni e un codice che vanno conosciuti, allo stesso modo in cui, per assistere a una partita di calcio, é necessario conoscere le regole del gioco.
    Il tentativo di spacciare come iniziativa culturale queste mascherate che servono solo a riempire le tasche di chi vi prende parte è stata la cosa probabilmente più penosa dell’ iniziativa.
    L’ unico modo di avvicinare la gente all´opera è quello di trasmettere veri spettacoli da veri teatri, come infatti avviene in tutti i paesi piú civilizzati dell’ Italia.

    Scusate la lunghezza del commento e complimenti per la recensione.
    Saluti.

  13. Roberto Mastrosimone Says:

    Grazie per il bel commento che condivido in toto.

  14. Giova Says:

    Evento ? Ma dove ? Se il battage pubblicitario è stato prossimo allo zero !
    I loggionisti che inorridiscono ?
    Valenze comiche, teatrali e morali dell’opera originale poco considerate ? Tagli registici eccessivi sull’intreccio ? Non era in diretta TV ? Mi verrebbe voglia di rispondere ecchissenefrega. Lo scopo era di creare una favola-spettacolo per tutti da qualcosa vecchio 195 anni. I cultori, di Cenerentole ne hanno già viste e sentite a decine; questa era un divertissment veloce, senza impegno, una cosa carina tratta da una delle opere più delicate e simpatiche della storia della lirica. Per gli altri uno spettacolo moderno, fruibile, comprensibile e propedeutico. Signori; come riportare l’Opera alla gente e la gente all’Opera ? Come superare 60 anni di operazione antistorica per la quale a teatro ci potevano andare i dottori, gli ingegneri, i notai mentre gli operai potevano entrare alla Scala solo per tirare le uova ? Come metabolizzare una scuola dell’obbligo che, nelle ore di italiano o di musica, non ci ha mai insegnato niente di Lirica ? Qualcuno ha idee migliori ? Andermann ce le ha le idee. Ci prova e ci riesce. Che Dio ce lo mantenga in salute.

  15. Roberto Mastrosimone Says:

    I dati auditel non sono mica così sconvolgenti: 2 milioni e mezzo nella prima serata (sia domenica che lunedì) e 1 milione e mezzo la domenica alle 23:30. Se a queste cifre si sottraggono gli appassionati d’opera (che sicuramente erano davanti al televisore) quanti ne restano? Andermann in ogni caso è riuscito a farmi risintonizzare su Raiuno dopo almeno un anno, se non più.

  16. Gatto Murr Says:

    Ti abbiamo linkato qui http://giovedimusicali.blogspot.it/2012/06/ancora-cenerentola.html

  17. Roberto Mastrosimone Says:

    Grazie!!! 🙂

  18. PERES Says:

    Cartoni animati orrendi e turlupinanti, nel senso che denotano l’ incapacità del regista (e del produttore) di risolvere cinematograficamente episodi difficili: cocchio, scarpetta, etc…
    Poi: sono io sordo/orbo, ma è stata tagliata l’ esilarante scena del disvelamento Principe/Dandini, con la battuta “Si volesse maritare con me?” !?!?. Che sulla carta forse era la più congeniale ad un “commediante/comico (ex ?)” come Verdone?

    Delle 4 opere-Andermann-style prodotte in 10 anni ed oltre questa è senz’ altro la peggiore
    Pensare che l’ idea “dei tempi e dei luoghi” sarebbe anche buona, ma la faccenda della diretta mi pare una panzana: le luci degli esterni da TO nn mi sembravano consone all’ orario di trasmissione. Poi c’ è sempre una leggera asincronia tra canto e labiali: insopprimibili invongruenze tecniche?
    LUX

  19. Roberto Mastrosimone Says:

    Difatti non tutto era in diretta. Gran parte della scena del ballo a Stupinigi (sicuramente la seconda parte) era in play back, per l’abbassamento di voce di uno dei cantanti (non si sa chi), come ufficializzato anche su La Stampa. Non era neppure in diretta la prima parte del III appuntamento a Villa dei Laghi, né avrebbe potuto esserlo in quanto la distanza che separa detta location dalla successiva (Palazzo Reale) è di parecchi km. e ci sarebbe voluto un intervallo di almeno 3 ore per spostamenti, trucco, cambio dei costumi etc. Insomma forse il titolo più consono sarebbe stato: “Cenerentola, una bufala in diretta” e ci sarebbe stata anche maggior proprietà lessicale.

  20. Gianmarco Says:

    Ottimo il coro, ma non Maghini: in effetti, malgrado sulla brochure sia citato, dopo il nome del maestro del coro, Emanuela Di Pietro, “Coro Maghini”, la storica istituzione torinese, in accordo con la Rada Film non ha fatto altro che convocare le audizioni, tenute dalla Di Pietro assitita per la parte scenica dai responsabili della Rada Film stessa, alle quali hanno partecipato oltre a componenti del “Maghini”, decine di liberi professionisti provenienti da tutta Italia. Fra questi sono stati scelti, dopo accurato selezione i componenti del coro. Per citare Andermann “..il coro è stato scelto sotto l’egida della Maghini..” I componenti “storici”della Maghini in effetti erano tre su ventidue. e devo dire che questi colleghi sono ottimi cantanti e ottime persone.Per il resto, se si vogliono citare nomi, c’erano rappresentanti de i “Solisti Cantori”, del “Coro Lirico di Lecce”, vari free-lance..
    Per quanto riguarda i tagli, concordo pienamente con Peres..e grazie per l’ospitalità.

  21. erminia picciaredda Says:

    esiste il dvd dell’opera trasmessa in televisione?

  22. Roberto Mastrosimone Says:

    Non ancora.

  23. erminia picciaredda Says:

    La risposta fa sperare e spero soprattutto che l’evento sia vicino. Era talmente bella la messa in scena dell’opera che bisogna rivederla varie volte per poter gustare tutti i particolari!

  24. Roberto Mastrosimone Says:

    La pubblicazione del DVD sarà sicuramente successiva alla diffusione TV negli altri paesi. So che alcuni lo trasmetteranno a Natale, quindi non lo troverà in vendita prima del 2013. Comunque sono certo che la Rai replicherà e senza soluzione di continuità: non perda l’occasione di registrarlo se è attrezzata all’uopo.

  25. erminia picciaredda Says:

    Grazie. Scioccamente ho registrato solo il secondo atto perchè non potevo vederlo al momento. Non mancherò certo quando la Rai riproporrà questo gioiello!

  26. Chiara Says:

    Buongiorno, sono arrivata sul suo blog cercando recensioni su La Cenerentola di Rossini e mi sono imbattuta nel suo articolo: l’ho trovato molto puntuale e interessante, così ho pensato… perché non chiedere a lei? Sono appassionata di opera, ma non mi sono ancora avvicinata a Rossini: adesso mi trovo a Parigi e all’Opera Garnier è in cartellone proprio La Cenerentola: http://www.operadeparis.fr/saison_2012_2013/operas/la-cenerentola-rossini/detail/. L’allestimento è quello di Jérôme Savary con costumi e scenografia di Ezio Toffolutti. Lei me la consiglia? La ringrazio!

  27. Roberto Mastrosimone Says:

    Mi scusi, ma nella locandina che Lei mi ha allegato risulta una ripresa dell’allestimento di Ponnelle, che è il migliore in assoluto. Se così fosse non se lo lasci sfuggire. Non conosco invece l’allestimento di Savary e non saprei che cosa dire. La ringrazio dell’attenzione e per avermi interpellato.

  28. Chiara Says:

    Ha ragione, è di Ponnelle, ho fatto confusione nella lettura della presentazione dello spettacolo. Grazie per il consiglio, è stato molto gentile… allora procedo!

  29. scribedoll Says:

    Lo sto guardando adesso sulla BBC. Bellissimo, Pero’ non ci dice nessuna dove esattamente e’ stato filmato. Solo che e’ a Torino. Dove, a Torino?

  30. Roberto Mastrosimone Says:

    I parte del I atto: Venaria Reale, II parte (Ballo): Stupinigi, III parte (II atto): Venaria Reale, Finale: Palazzo Reale.

  31. scribedoll Says:

    Grazie!

  32. Michele Mancioli Says:

    Ammetto di non essere un grande intenditore di opera, e anche che quest’opera non la conoscevo affatto.
    Sono capitato su rai1 per puro caso mentre iniziava e mentre di solito l’opera in televisione mi annoia mortalmente in questo caso sono rimasto, nonostante l’orario, incollato allo schermo e assolutamente deliziato da questo spettacolo.
    Magnifiche le location, grandi gli interpreti, divertentissime le trovate della regia (grande Verdone), molto bello anche il balletto.
    A discapito dei commenti di tanti ‘puristi’, secondo me il senso di queste operazioni è proprio quello di far conoscere e apprezzare l’opera a un pubblico + vasto, e l’operazione sarebbe stata perfettamente riuscita, se solo fosse stata publicizzata un pò meglio…

  33. Michele Says:

    Buonasera Professore. Da appassionato dell’opera purtroppo non posso che confermare i giudizi poco entusiastici su questa edizione. Al di là della spledida ambientazione e pur apprezzando il tentativo originario di avvicinare il grande pubblico alla musica di Rossini, questa edizione, per quanto mi riguarda, non mi ha trasmesso nulla. Una registrazione lascia di norma sempre un ricordo e per gli appassionati di questo tipo di repertorio un’incisione oggettivamente brutta puo’ anche essere ricordata positivamente per un semplice recitativo o per la bravura di un solo interprete. In altri casi, talune edizioni risultanto musicalmente talmente inascoltabili e registicamente inguardabili che vengono ricordate esclusivamente per tutto cio’ che di negativo è presente. Ma se ci riflettiamo un attimo sono proprio questi elementi negativi che le rendono di fatto speciali, generando il ricordo. In altri termini, a torto o a ragione, rimangono dentro di te anche nel male. Questa, invece, non lascia il segno e non aggiunge nulla di nuovo o di innovativo a cio’ che è stato fatto da altri. Non mi ritengo un purista in quanto adoro interpreti massacrati dalla critica ed apprezzo incisioni minori che dovrebbero essere invece rivalutante; i tagli, (che occorre precisare sono di una vecchia tradizione ormai superata dalla pulizia delle partiture effettuata durante la c.d. rossini renaissance), non mi scandalizzano anche se nelle edizioni di oggi non le riesco piu’ a comprendere. Caro Professore, a te ed agli altri amici una domanda: qual è la differenza effettiva tra questa edizione e la prima rappresentazione cinematografica dell’opera da te citata (1949) diretta da De Fabritiis con la regia di Fernando Cerchio che presentava in cast interpreti di peso come Afro Poli, Gino del Signore e Fedora Barbieri? Personalmente, contestualizzando storicamente l’analisi critica, il film di Cerchio ai miei occhi risulta forse piu’ moderno, innovativo e musicalmente piu’ comleto rispetto ad altre edizioni che, non riuscendo ad essere “diverse”, annoiano lo spettatore indipendentemente dal grado di conoscenza dell’opera. Purtroppo……dopo Ponnelle, Zedda ed Abbado c’è soltanto il silenzio…..Ma la musica di Rossini è dotata di una grande magia: ha così ampie braccia da riuscire ad accogliere tutti……anche un Dandini travestito da Elvis Presley.
    Un caro saluto a tutti

  34. Roberto Mastrosimone Says:

    Carissimo Michele,
    grazie del tuo commento. Da specialista del genere quale tu sei è quanto mai attendibile. Questa Cenerentola è un tristissimo capitolo dell’opera in tv, che a dir di molti in tale medium non avrebbe diritto di cittadinanza. In realtà dovrebbero affermare il vero: la tv è divenuta, soprattutto in Italia, un macchina per fare soldi e con la trasmissione di opere soldi non se fanno, il resto sono tutte chiacchiere mistificatrici. Si ricorre a questi esperimenti, che ricevono il consenso di alti esperti (!!!!) per tentare di ricavar profitti e forse il besraglio in tal senso viene centrato. Che poi Rossini sia massacrato poco importa, le finalità non sono artistiche e tanto meno musicali. Come già scritto di tali esperimenti la Cenerentola rimane il capitolo più infelice, Tosca fu forse, con tutti i limiti, il più riuscito e una logica televisiva (nei luoghi e nelle ore) aveva, le altre furono invece brutti sequel, forse remunerativi, ma decisamente poco pertinenti e questa Cenerentola è la brutta scopiazzatura del film di Cerchio.
    Ciao
    Roberto

  35. Eunice Ghidorsi Vdh Silveira Says:

    Magnifica apresentação!!!!!!.
    Foi o melhor Presente de Natal recebido, até hoje.
    Muitíssimo obrigada.

    Eunice Ghidorsi
    ghidorsi@via-rs.net
    Porto Alegre/RS
    Brasil

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