La Bellezza ha vinto, anzi trionfato: sala piena stavolta (c’ero anch’io ), sebbene con balconata e galleria chiuse. Che Olga Kern sia bella, anzi bellissima, non ci sono dubbi di sorta, per di più è una pianista strepitosa, di un virtuosismo trascendentale che non ha confronti, per altro non tanto esibito fine a se stesso in modo circense (come altri suoi colleghi), ma sempre legato alle ragioni espressive della pagina eseguita.
L’interprete ideale per il Terzo Concerto di Rachmaninov, famoso e famigerato banco di prova per i virtuosi del piano.
Olga Pušečnikova (Kern è il cognome materno, adottato perché più semplice da ricordare e … pronunciare dai non russofoni) è nata in una famiglia di musicisti che vantano legami con Ciaikovski e Rachmaninov, nel 2001 vinse il Van Cliburn proprio con l’esecuzione del Terzo di Rachmaninov
(per inciso: si guardi chi è il direttore in questa performance )
Non poteva concludersi meglio questo “Festival Pianistico di Primavera” della OSN Rai, la Kern è sicuramente l’interprete di riferimento per questa pagina che in larga parte deve la sua notorietà presso il grande pubblico grazie al cinema, tanto per cambiare…. Shine film australiano (non “americano”, come scritto sul programma di sala) del 1996, ispirato alla vita di David Helfgott, fece conoscere questo concerto anche a chi ignorava il nome del suo Autore (a dimostrazione che la musica classica piace a tutti e che non richiede poi grandi opere di iniziazione; c’è il rischio anzi che i non iniziati siano stati più capaci di apprezzare questa pagina di quei tanti “esperti” che si ostinano a avanzare riserve sul suo valore musicale).
Quindi pubblico numeroso e in delirio al termine della performance. Non poteva essere altrimenti.
La Kern, sebbene esausta, ha ancora concesso due bis, tra cui la trascrizione del “Volo del calabrone”.
Mi stavo quasi dimenticando di lui: Juraj Valčuha, che sul podio della OSN Rai, è stato un ottimo partner musicale della Kern. Nella seconda parte della serata è stata proposta la Quinta Sinfonia op.64 di Ciaikovski. L’abbinamento non è insolito (fu proposto un paio di anni fa anche dalla Filarmonica di San Pietroburgo): oltre alle affinità tra i due Compositori, le due pagine potrebbero essere accomunate dalle valutazioni negative dei detrattori. Il Terzo di Rachmaninov è considerato “concerto per virtuosi del piano” (hollywoodiano è definito nel programma di sala per l’esibito virtuosismo) e la Quinta di Ciaikovski è stata spesso definita “sinfonia per direttori d’orchestra”, considerandone il magistero tecnico a scapito della ispirazione. L’Autore fu, a dire il vero, il primo ad avanzar riserve. Ne ho scritto in occasione della esecuzione diretta Valčuha nell’ottobre 2011 e non sto a ripetermi:
https://musicofilia.wordpress.com/2011/10/14/concerto-inaugurale-della-stagione-dellosn-rai-201112/
La memoria non sempre è affidabile e può fare brutti scherzi, però mi pare che Valčuha avesse centrato il bersaglio molto meglio in quella occasione. Stavolta, ferma restando l’ottima performance, mancava, a mio parere, quel quid che rende grande una interpretazione rischiando di avvalorare la tesi di chi la considera “sinfonia per direttori d’orchestra”.
Tag: Ciaikovskij, Juraj Valcuha, musica, musicaclassica, Olga Kern, OrchestraSinfonicaRai, pianisti, Rachmaninov, sinfonica, stagioniconcertistiche, Tchaikovsky
giugno 21, 2015 alle 11:08
Il commento su Rachmaninov era si riciclato, ma da pochissimi anni.
Il concerto, DEL 1909, viene definito , mi pare, “con accenti hollywoodiani”.
Eventualmente l’influenza è in senso inverso; ovviamente nel 1909 non esisteva una produzione “hollywoodiana” di musica da film.
Se uno legge qualcosa di scritto al di fuori dei nostri provinciali confini è ormai praticamente impossibile (anche in Francia) leggere giudizi negativi, di sufficienza, su Rachmaninov.
Compositore di cui quest’anno a Torino abbiamo avuto Primo (due volte!) ,Secondo, Terzo Concerto, Seconda (due volte!) e Terza Sinfonia , Danze Sinfoniche.E credo inutile ricordare la qualità delle/degli interpreti.
giugno 21, 2015 alle 13:15
Difatti quest’anno Rachmaninov a Torino si è preso una bella rivincita sui suoi detrattori. Inoltre quando la Rai ricicla le schede di presentazione potrebbe almeno… correggerle: che Scott Hicks sia australiano, come David Helfgott e come il film citato, e non “americano” non è difficile da verificare…