LA FANCIULLA DEL WEST di Puccini (Scala, 2016) su Rai 5

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Applausi © ph. Brescia & Amisano

Stasera andrà in onda su Rai 5 alle 21:15 La Fanciulla del West nella nuova produzione del Teatro alla Scala con la regia di Robert Carsen e la direzione di Riccardo Chailly.

Robert Carsen

Come è noto questa produzione ripristina l’originale pucciniano senza le “correzioni” operate da Toscanini. «124 battute in più, che comprendono anche il breve duetto di Minnie e l’indiano Billy, 761 differenze, cui vanno aggiunte le 63 correzioni operate dal maestro Luigi Ricci durante le prove con il compositore, 176 differenze nell’orchestrazione, per un totale di 1000 cambiamenti». Dopo tanta attesa sfiga volle che la Westbroek, scritturata per il ruolo di Minnie, si sia ammalata e si sia dovuti in extremis ricorrere a una sostituta (Barbara Haveman) che non ha avuto il tempo di provare e quindi alla prima del 3 maggio scorso il duettino è saltato (pare che il resto sia stato eseguito secondo le intenzioni di Chailly).

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Barbara Haveman © Brescia & Amisano

Ciò che vedremo in tv è la replica del 10 maggio u.s. già proiettata in diretta in alcuni cinema: ignoro se la Haveman abbia avuto il tempo per imparare le nuove battute (suppongo di sì), per cui non so se vedremo e ascolteremo al 100% una Fanciulla così come l’avrebbe concepita l’Autore o se ci dovremo accontentare del 75 %.

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Scena © Brescia & Amisano

L’opera sarà preceduta dalla presentazione di Riccardo Chailly alle 20:45, che illustrerà le novità di questa edizione, per cui si spera che quanto segue sia conseguente per intero…..

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Il duettino c’era, purtroppo durante questo, non so se per una caduta di segnale dovuta all’emittente, il video e l’audio sono momentaneamente scomparsi (spero che non sia un difetto di ripresa tv e di recuperarlo in replica): insomma all’insegna della iella. Le altre differenze, soprattutto nella orchestrazione, avrebbero meritato un audio migliore di quello della tv per essere pienamente apprezzate.
Spettacolo un po’ deludente: da Carsen mi aspettavo di più e soprattutto di meglio. L’idea che la Fanciulla sia una sorta di western non è originale: già Christoph Loy a Stoccolma l’aveva utilizzata, Carsen va più in là, ma le metamorfosi degli spettatori in protagonisti all’inizio dell’opera, quella di Minnie e di Johnson in divi del cinema alla fine con gli altri personaggi che tornano al cinema a fare gli spettatori sono forzature poco chiare nel significato e poco funzionali all’economia dell’opera. Minnie che appare a mo’ di Calamity Jane sullo sfondo della Monument Valley in Cinerama può essere suggestiva, ma che ci azzecca con quest’opera? Poco o niente curata la recitazione dei cantanti sempre impacciati e inespressivi (la tv è impietosa al riguardo). Insomma ho finito col rimpiangere la vecchia produzione Scala degli anni 90 con la regia di Miller, meno pretenziosa ma tanto più efficace. Musicalmente: eccellente la direzione di Chailly, dei cantanti ho trovato ottimi i comprimari, importanti in quest’opera, meno i personaggi principali, su cui si distingueva Claudio Sgura nel ruolo di Jack Rance.
Sono previste repliche domenica e martedì, salvo giochi di prestigio….

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6 Risposte to “LA FANCIULLA DEL WEST di Puccini (Scala, 2016) su Rai 5”

  1. Franco Says:

    Una curiosità per favore: ho potuto vedere soltanto ultima parte della presentazione. Voce familiarissima non il volto: chi era ? Grazie.
    Concordo con giudizio: di Carsen ho amato molto le Carmelites ma qui il lavoro sui cantanti era praticamente nullo e talvolta imbarazzante.

  2. Roberto Mastrosimone Says:

    Francesco Antonioni.

  3. Franco Says:

    Grazie!

  4. umberto spigo Says:

    Dopo aver visto la replica domenicale, sottoscrivo il tuo giudizio sui cantanti e sulla regia. Sollevando,nel primo atto, i troppo fastosi e cinematografici velari della “Polka”sul panorama della Monumental Valley, Carsen sciupa, con l’incongruo ricorso a un riconoscibilissimo ( e amatissimo ma in altro contesto ) “topos”
    dell’immaginario filmico, una delle geniali intuizioni della sensibilità poetica di Puccini: l’evocazione del respiro dei grandi spazi dell’Ovest attraverso fulminee cellule tematiche e particolari soluzioni timbriche che spezzano, come improvvisi raggi di luce, l’atmosfera soffocante e quasi claustrofobica del “saloon”.
    Sorvolo sul resto ( in particolare sull’assurda location del finale) notando solo, a proposito del secondo atto, che Johnson-Ramerrez sarebbe rapidamente morto dissanguato se avesse perso i litri di sangue che imbrattano la parete della casetta di Minnie rendendola simile alla locanda di “The Hateful eight” dopo la strage finale.
    E’ parsa anche a me eccellente e ricca di vigore e, insieme, di sottigliezza interpretative, la direzione di Chailly anche se, come hai ben notato, l’audio televisivo non consentiva probabilmente di cogliere pienamente i caratteri dell’orchestrazione originario.
    Interessante il ripristino del breve duetto del primo atto fra Minnie e l’indiano Billy che sembra anticipare nella musica , con un procedimento prospettico tipicamente pucciniano, i temi dell’attesa di Minnie all’inizio del secondo atto.
    Umberto

  5. Roberto Mastrosimone Says:

    Ti ringrazio del commento. Per recuperare integralmente il duettino, che nella trasmissione di giovedì era stato un po’ interrotto (fortunatamente era difetto di emittente locale), ho cominciato a rivedere il primo atto, ma… poi l’ho rivista tutta.

  6. “La Fanciulla del West” di Puccini (Milano,2016) su Rai 5 | Wanderer's Blog Says:

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