Simone Lamsma e Marc Albrecht alla OSN Rai

A Torino è il momento dei virtuosi del violino: dopo Leonidas Kavakos, Renaud Capuçon (per altro in concorrenza nella stessa serata), Viktoria Mullova ecco Simone Lamsma al suo debutto alla OSN Rai.

Simone Lamsma interpreta Elgar a Madrid lo scorso 10 gennaio

Simone Lamsma nel Concerto di Elgar a Madrid il 5 dicembre 2014

29 anni compiuti lo scorso 5 ottobre, la Violinista olandese si sta affermando sulla scena internazionale. Al suo apparire fa subito colpo per l’innegabile bellezza della persona, ma appena suona lo Stradivari “Mlynarski” seduce con l’assoluta bellezza del suono. Cantabilità e melodia ne sono tratti peculiari e non è casuale che tra i suoi autori preferiti ci sia Elgar e tra i brani in repertorio abbia il Concerto in re maggiore op.61 di Beethoven eseguito all’Auditorium Toscanini per la Stagione della OSN Rai.

Simone Lamsma nel Concerto op.61 alla Rai

Simone Lamsma nel Concerto op.61 alla Rai

La Lamsma rende perfettamente l’estremo lirismo espressivo dell’unico concerto per violino di Beethoven e trova in Marc Albrecht sul podio un partner musicale ideale.

Simone Lamsma al termine del Concerto di Beethoven alla Rai

Simone Lamsma al termine del Concerto di Beethoven alla Rai

Applausi calorosi e meritatissimi cui ha risposto con un bis bachiano.

Applausi al termine del Concerto op.61

Applausi al termine del Concerto op.61

Un ritorno per Marc Albrecht di cui già scrissi nelle altre occasioni (chi fosse interessato a leggere clicki sul tag del suo nome). Direttore della Netherlands Philharmonic e di conseguenza della Dutch National Opera, predilige Wagner, Richard Strauss e i contemporanei. Ha completato la serata con la Prima Sinfonia in do minore op.68 di Brahms (invece della Seconda in un primo tempo programmata e a cui continuano a far riferimento i comunicati stampa dell’Orchestra).

Marc Albrecht dirige la Prima di Brahms alla Rai

Marc Albrecht dirige la Prima di Brahms alla Rai

Albrecht ne ha dato una lettura tesa, di notevole spessore fonico con ottoni e timpani in evidenza, dai tempi un po’ stretti, con il ritornello tagliato. In altre parole sembrava voler sottolineare l’ascendenza beethoveniana della composizione: la Nona, ma anche la Quinta (con cui la Prima brahmsiana condivide la tonalità di do minore e, casualmente, quasi il numero d’opus con una unità di scarto); un percorso che dai contrasti, le tensioni e drammi iniziali giunge alla conclusione luminosa e catartica.

Marc Albrecht sul podio della OSN nella Prima di Brahms

Marc Albrecht sul podio della OSN nella Prima di Brahms

Insomma si direbbe che per Albrecht la Prima di Brahms sia proprio la “Decima” di Beethoven, anche se con sonorità che la apparentano ai poemi sinfonici di Strauss. Si può dissentire da tale interpretazione, ma va riconosciuta la coerenza con cui il Direttore la porta a termine.

Applausi finali a Direttore e Orchestra

Applausi finali a Direttore e Orchestra

Tanto per non smentirmi:

– La Prima di Brahms in quattro mesi è stata eseguita a Torino ben tre volte. (Il famoso “coordinamento” tra istituzioni musicali…)

– Il Concerto op.61 di Beethoven lunedì sarà eseguito al Regio nella Stagione Sinfonica del Teatro (altro effetto del “coordinamento”…)

– Il Concerto di cui sopra sarà in concomitanza con due concerti di altre due istituzioni musicali torinesi (Unione Musicale e Accademia Stefano Tempia) con frustrazione e rinunce di tanti fedeli abbonanti (meno male che si “coordinano”…).

Bah…: non che le programmazioni concertistiche debbano necessariamente essere “coordinate”, ma se ci si provasse ci sarebbe sicuramente una maggiore fruibilità con benefici per tutti. Finché esistono solo nelle flatulenze verbali di qualche politico locale i risultati sono quelli attuali… Smiley

 

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