TOSCA di Puccini (Milano,2000) su Rai 5

Domani su Rai 5 andrà in onda Tosca di Puccini nell’allestimento andato in scena alla Scala nel marzo del 2000 con la regia di Luca Ronconi e la direzione di Riccardo Muti.

locandina

Nei ruoli principali Maria Guleghina, Salvatore Licitra, Leo Nucci.

Salvatore Licitra e Maria Guleghina © A.Tamoni

Salvatore Licitra e Maria Guleghina © A.Tamoni

Fu già trasmessa dalla stessa rete nel settembre 2011 per commemorare Salvatore Licitra appena scomparso.

Maria Guleghina (Vissi d'arte...) © A.Tamoni

Maria Guleghina (Vissi d’arte…) © A.Tamoni

Una recensione di Paolo Gallarati sulla Stampa del 12 marzo 2000:

Per la prima volta Riccardo Muti ha diretto «Tosca» alla Scala.
L’attesa era vivissima, ed è stata ripagata da un’esecuzione fortemente caratterizzata.
«Tosca» è divenuta sovente palestra di truculenze ed esagerazioni vocali e strumentali che hanno esaltato, oltre ogni ragionevole misura, la componente verista, indubbiamente presente nella partitura. Ma Puccini non era un volgare esponente della «giovane scuola». L’esecuzione di Muti va in senso esattamente opposto: ripulisce «Tosca» dalle incrostazioni accumutatesi nei tempi e, con un restauro capillare, restituisce alla partitura il suo colore originario. Che è tutto trasparenza, scintillio, mobilità di chiaroscuro.
Bastava ascoltare, ad esempio, il fluire delle arpe in «Recondita armonia» e, in tutto il primo atto, l’acquatico movimento delle voci interne che spinge la partitura di Puccini ai confini con l’impressionismo francese, oppure la profilatura dei ritmi che, nel loro scatto, sembrano presagire «Petrushka»; e poi l’incupimento che avviene con la comparsa di Scarpia, lo slittare dei timbri nell’oscurità del registro profondo, densi e oleosi sotto gli squilli del Te Deum. Insomma, niente verismo, ma la perfetta restituzione di Puccini alla sua dimensione di raffinato musicista internazionale.
Raramente, dunque, la partitura di «Tosca» è apparsa così intensa e squisita, anche se la proposta, avanzata da Fedele d’Amico, di collocarla accanto a «Salome», «Elektra» e «Wozzeck», rimane una provocazione: di Gran-Guignol pur sempre si tratta, anche se rivestito con abiti di Christian Dior.
L’allusione alla modernità era esplicita nello spettacolo, già visto e ammirato anni fa, di Luca Ronconi: le scene sghembe e spiritosamente squinternate di Margerita Palli alludono ad un mondo precario, colto nel momento di un terremoto. Il barocco romano è comunque presente, e rispecchia nei colori, nei riflessi e nelle dorature, i preziosismi timbrici, la sontuosità melodica e il gusto pittoresco che Puccini sparge a piene mani, additando al pubblico, con senso infallibile del successo, come sanno piangere, soffrire, e morire bene i suoi eroi: perfido, dunque, e astuto conoscitore del mercato ma, proprio per questo, modernissimo. Così la fanfara trionfale che commenta il suicidio di Tosca l’altra sera ha chiuso lo spettacolo con l’ultimo, trionfale colpo di scena: e puntuali sono venuti gli applausi, misti a dissensi per i cantanti che erano quasi tutta all’altezza della direzione di Muti.
Maria Guleghina è una Tosca appassionata e intensa, valorizza i propri mezzi vocali con buona tecnica, e solo se pronunciasse meglio le parole potrebbe mettere a frutto l’effetto teatrale di certe famosissime battute affidate da Puccini al puro suono della parola. Buono il tenore Salvatore Licitra che, dopo un inizio un po’ timido, ha cantato molto bene «E lucean le stelle» e il duetto finale, sorretto dall’orchestra che aveva la leggerezza di un tappeto volante. Ma ad un settore dei loggionisti, evidentemente, non è bastato, mentre, stranamente, Leo Nucci è passato quasi indenne attraverso una parte che lo ha visto controllato ed elegante come un ministro, più a suo agio nel firmare passaporti che nell’ordinare torture con il tono minaccioso e crudele che caraterizza, in «Tosca» il capo, perennemente eccitato, della polizia romana. © La Stampa/ P.Gallarati

Leo Nucci © A.Tamoni

Leo Nucci © A.Tamoni

E la recensione di Angelo Foletto su La Repubblica dell’11 marzo 2000:

Un doppio centenario da festeggiare, per questa Tosca, in scena a un secolo quasi esatto dalla prima scaligera diretta da Arturo Toscanini, il 17 marzo 1900. Un secolo non passato invano, a giudicare dalla ricchezza di suono con cui Riccardo Muti ha fatto esplodere il tema di Scarpia che apre solennemente il capolavoro puccininiano. Come era prevedibile i contorni della lettura discografica di sette anni fa vengono rispettati. Ma la spazialità sonora e le dinamiche acustiche dal vivo suggeriscono fin dalle misure d’ avvio un respiro subito ancor più teatrale, scaldato da un’ enfasi drammatica che toglie il fiato. Stringata ma ampia la sigla caratteriale di Scarpia ha dichiarato quale ricchezza di colori e di intenzioni espressive la scrittura pucciniana ha saputo accumulare in questi cento anni di vita e di esecuzioni (128, solo alla Scala), testimoniando la sua natura moderna, più di quanto per troppo tempo le è stato riconosciuto. Del resto, per valutare appieno la vocazione novecentesca di Tosca, bastava il modo con cui Muti ha aizzato gli sghembi disegni del motivo di Angelotti: secco, ben contrastato, netto nell’ intrico di accenti inquieti come fosse un brillante passo stravinskiano. Del resto tutta la sua lettura, trattenuta con tempi mai precipitati ma vivacemente chiaroscurati, capace di soffermarsi sui controcanti strumentali con inedita forza, aveva un passo di straordinaria brillantezza e salda epicità drammatica pur rispettando le celebri oasi liriche. Il primo atto di Tosca, a cui si riferiscono queste note è stato accolto con un calore che meritava un debutto eccellente come quello di Muti. Ma anche l’ altro esordiente, il giovane Salvatore Licitra, Cavaradossi di presenza e voce fresca, ha ben superato l’ esecuzione ardua del “Recondite armonie”, abbandonandosi poi con languore misurato alla sensualità della Tosca di Maria Guleghina. L’ incisività anticha del sagrestano di Alfredo Mariotti, il piglio veemente ma asciutto di Leo Nucci hanno completato, con la sontuosa prestazione del coro, il quadro interpretativo molto promettente dell’ atto iniziale. © La Repubblica/A.Foletto

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L’inaffidabilità del palinsesto di Rai 5 ha avuto l’ennesima conferma. Anziché la prevista Tosca sta andando in onda la replica del Concerto diretto da Claudio Abbado a Ferrara con musiche di Berlioz e Shostakovich: tardivo omaggio a Shakespeare? Intanto clickando su “info” della rete appare TOSCA Smiley

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3 Risposte to “TOSCA di Puccini (Milano,2000) su Rai 5”

  1. “Tosca”su Rai 5 | Wanderer's Blog Says:

    […] https://musicofilia.wordpress.com/2016/05/07/tosca-di-puccini-milano2000-su-rai-5/ […]

  2. “Tosca” di Puccini con Leo Nucci su Rai 5 | Wanderer's Blog Says:

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  3. Tosca, la versione del marzo 2000 andata in scena alla Scala: cast, curiosità e opera completa - VIDEO Says:

    […] L’opera viene spesso proposta da Rai 5 (canale Rai sempre attento all’aspetto culturale) in diverse versioni e in questo caso vogliamo parlare della versione andata in scena nel 2000 alla Scala nei mesi primaverili (la prima è di marzo, come testimoniato dalla locandina che vi proponiamo di seguito – “rubata” all’ottimo Wanderer’s Blog (che scrivendo di questa versione della Tosca ha anche riportato alcune… […]

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