Posts Tagged ‘Andris Nelsons’

Concerto dei Berliner Philharmoniker dalla Waldbühne 2023

giugno 24, 2023
© S.Rabold

Stasera in diretta sulla rete tedesca rbb, per chi ha l’antenna satellitare orientata su Astra, o sulla Digital Hall per gli abbonati, alle 20:15 andrà in onda il tradizionale concerto dei Berliner dalla Waldbühne. Dirige Andris Nelsons, solista il tenore Klaus Florian Vogt. Il programma:

Carl Maria von Weber: Der Freischütz op. 77: Ouvertüre
Carl Maria von Weber: »Nein! Länger trag’ ich nicht die Qualen« – »Durch die Wälder, durch die Auen«, Rezitativ und Arie des Max
 
Richard Wagner: Lohengrin: Vorspiel zum 3. Akt
Richard Wagner: Lohengrin: Gralserzählung »In fernem Land, unnahbar euren Schritten«
Richard Wagner: Lohengrin: »Mein lieber Schwan«
 
Richard Strauss: Till Eulenspiegels lustige Streiche op. 28
Richard Strauss: Ständchen op. 17 Nr. 2
Richard Strauss: Freundliche Vision op. 48 Nr. 1
Richard Strauss: Cäcilie op. 27 Nr. 2
Richard Strauss: Der Rosenkavalier, Suite op. 59

Concerto di Capodanno dei Wiener Philharmoniker 2020

dicembre 26, 2019

Manca meno di una settimana al nuovo anno e al rituale appuntamento musicale con il Concerto di Capodanno per antonomasia, quello della Filarmonica di Vienna. Questa volta sul podio sarà Andris Nelsons.

BSO concerts Photo: Marco Borggreve

Il programma:

Carl Michael Ziehrer
Ouvertüre zu “Die Landstreicher”

Josef Strauß
Liebesgrüße. Walzer, op. 56
Liechtenstein-Marsch, op. 36

Johann Strauß (Sohn)
Blumenfest-Polka. op. 111
Wo die Citronen blüh’n. Walzer, op. 364

Eduard Strauß
Knall und Fall. Polka schnell, op. 132

Franz von Suppé
Ouvertüre zu “Leichte Kavallerie“

Josef Strauß
Cupido. Polka française, op. 81

Johann Strauß (Sohn)
Seid umschlungen, Millionen. Walzer, op. 443

Eduard Strauß
Eisblume. Polka mazur, op. 55 (Arr. W. Dörner)

Josef Hellmesberger (Sohn)
Gavotte

Hans Christian Lumbye
Postillon-Galopp, op. 16/2 (Arr. W. Dörner)

Ludwig van Beethoven
Zwölf Contretänze, WoO 14 (Auswahl)

Johann Strauß (Sohn)
Freuet euch des Lebens. Walzer, op.340
Tritsch-Tratsch. Polka schnell, op. 214

Josef Strauß
Dynamiden. Walzer, op. 173

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Sta facendo un po’ discutere la scelta di Nelsons di non voler far eseguire la Radetzky Marsch così come siamo abituati ad ascoltarla con relativi battimani del pubblico, in quanto è un arrangiamento di Leopold Weninger, musicista iscritto al Nsdap (il partito nazista dei lavoratori), ma di voler far eseguire la marcia così come fu composta da J. Strauss sr. In verità la marcia nella Urfassung fu già eseguita in un Concerto di Capodanno diretto da Harnoncourt, ma non come bis finale, piuttosto all’inizio del programma.

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Si obietta, e giustamente, che il Concerto di Capodanno dei Wiener Philharmoniker fu istituito nel 1939 dopo l’Anschluss (12 marzo 1938) ed eseguito la prima volta il 31 dicembre 1939 dopo l’invasione della Polonia (1 settembre 1939). Sul podio dei Wiener era Clemens Krauss che dedicò il Concerto al Winterhilfswerk nazista (una sorta di soccorso invernale istituito nel 1931 e ripreso dai nazisti). Insomma le motivazioni sociali e politiche del Concerto erano ben evidenti (tra l’altro pare che Hitler amasse particolarmente la musica degli Strauss). Il primo Concerto di Capodanno eseguito il 1° gennaio ebbe luogo nel 1941 e fino al 1945 fu diretto da Krauss. Nel 1946 e 1947 la bacchetta passò a Josef Krips (Clemens Krauss era stato allontanato dagli alleati per le simpatie filonaziste) e sarà proprio Krips a introdurre come bis la Radetzky Marsch. Krauss tornerà a dirigere il concerto nel 1948 e lo dirigerà fino alla morte (1954) quindi la bacchetta passerà a Willi Boskovsky. Mi fermo qui per non farla troppo lunga.

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Non voglio entrare molto nel merito della scelta di Nelsons, mi sorge però il dubbio che alla base non ci sia una forte connotazione ideologica, altrimenti avrebbe dovuto rifiutare la direzione di tutto il Concerto. Più probabile che abbia voluto far parlare e scrivere di sé (e c’è riuscito!), inoltre per beffa è riuscito a far “risorgere” un oscuro musicista come Weninger di cui forse nessuno aveva memoria.

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Come la prenderà il pubblico in sala che ha pagato un occhio della testa proprio per battere le mani al ritmo della Radetzky Marsch arrangiata da Weninger? Le batterà lo stesso? Inoltre vorrei ricordare che la Radetzky Marsch fu composta in onore del Maresciallo Radetzky per celebrare la riconquista di Milano dopo i moti rivoluzionari del 1848: noi italiani dovremmo rifiutarci di ascoltarla e di battere le mani, soprattutto nella versione originale? Pensate se Riccardo Muti si fosse rifiutato di dirigerla….

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Alzi la mano chi si è accorto della differenza tra la Urfassung della Radetzky Marsch, eseguita oggi, e la versione Weninger eseguita negli altri anni. Pare che la paternità della scelta politically correct sia da attribuire all’Orchestra e non al M.° Nelsons, che forse un po’ imbarazzato ha invitato il pubblico a batter le mani alle prime note dirigendo il battimani piuttosto che l’orchestra, sicché le differenze più che altro di orchestrazione sono andate quasi del tutto perdute all’ascolto.

CARMEN di Bizet da Vienna in diretta tv

Maggio 7, 2010

Ieri sera su ORF e BR la diretta della Carmen dalla Wiener Staatsoper. L’allestimento proposto è quello storico firmato Franco Zeffirelli del 1978. Tale allestimento è entrato nel mito perché diretto allora da Carlos Kleiber (era il periodo aureo della collaborazione tra Zeffirelli e Kleiber) e perché aveva un cast vocale che vedeva Placido Domingo, Yelena Obratzova, Isobel Buchanan, Yuri Mazurok. Fu anche trasmesso in diretta tv da Raidue (incredibile oggi, ma allora presidente della Rai era Paolo Grassi!!!). Riproporlo oggi può essere interessante, ma il rischio dell’inevitabile confronto (facilitato anche dall’esistenza del video dello spettacolo del ’78) è penalizzante in partenza. Purtroppo del cast inizialmente previsto che vedeva Mariss Jansons alla direzione d’orchestra, Elina Garanca nel ruolo eponimo, Rolando Villazon in quello di José, Anna Netrebko in quello di Micaela e Ildebrando D’Arcangelo in quello di Escamillo sono rimasti solo la Netrebko e D’Arcangelo. Una defezione dopo l’altra (per vari motivi) ha ridimensionato il tutto. Jansons è stato sostituito da Andris Nelsons, nato nel ’78 come lo spettacolo in scena, la Garanca da Nadia Krasteva, mezzo soprano bulgaro attivo all’Opera di Vienna, Villazon da Massimo Giordano, giovane tenore italiano (omonimo del sindaco di Novara) che ha già cantato il ruolo a Berlino. Lo spettacolo era la carbon copy del precedente. A mio modestissimo parere non tra i migliori del Regista italiano, basato (allora) soprattutto sul carisma di chi era in scena e sul podio, oggi affidato ad artisti onesti, preparati, indubbiamente bravi, ma nulla più, si mostra irrimediabilmente datato. Chissà, forse col cast inizialmente previsto i risultati sarebbero stati diversi? Comunque la Krasteva ha bella voce, ma in scena mi è parsa piuttosto statica e, sinceramente, poco seduttiva.

Nadia Krasteva

Giordano rende abbastanza il José inibito e represso (forse fa riferimento allo spettacolo di Berlino?), ma non mi è sembrato memorabile per interpretazione vocale.

Massimo Giordano

La Netrebko è indubbiamente la migliore, sia vocalmente che scenicamente.

Anna Netrebko

D’Arcangelo è un valido Escamillo.

Ildebrando D'Arcangelo

Nelsons dirige bene, non passerà forse alla storia dell’interpretazione per questa performance, ma se la cava egregiamente.

Andris Nelsons ©R.Battye

Al contrario di ciò che fece Kleiber nel 1978, che fu indeciso per tutto lo spettacolo tra l’edizione con i parlati e quella di Guirod con i recitativi cantati (facendo una sorta di ibrido, in cui era comunque evidente la sua preferenza per Guirod e lo spettacolo vecchia tradizione, con l’Aragonaise, posposta al coro “A deux cuartos” e proposta come balletto!), Nelsons segue l’edizione opéra-comique (chi gli avrebbe oggi perdonato il contrario?) riducendo comunque all’osso i parlati, un po’ perché lo spettacolo era stato concepito per ciò che aveva fatto Kleiber, un po’ (forse) perché affidare i parlati a chi non ha padronanza della lingua francese può produrre effetti negativi.

Ripresa tv affidata a Karina Fibich, la stessa del Concerto di Capodanno 2010, che conferma la sua predilezione per le riprese dall’alto. Nel ’78 la ripresa fu curata da Zeffirelli stesso.